Oggi 20 ottobre, con la santa Messa presieduta in piazza San Pietro papa Francesco ha proclamato quattordici nuovi santi, indicati come autentici testimoni di Cristo.
Una piazza San Pietro festosa ha accompagnato papa Francesco durante la proclamazione di quattordici nuovi santi: gli undici “martiri di Damasco”, il sacerdote piemontese Giuseppe Allamano (fondatore degli Istituti dei Missionari e delle Suore Missionarie della Consolata) e Marie-Léonie Paradis ed Elena Guerra (fondatrici delle Congregazioni delle Piccole Suore della Santa Famiglia e delle Oblate del Santo Spirito, dette “Suore di Santa Zita”).
La canonizzazione dei nuovi santi, ha ricordato il Papa, mostra in essi lo stile del Dio di Gesù Cristo, venuto per servire. Francesco lo sintetizza con queste tre parole: vicinanza, compassione e tenerezza. Sono queste le insegne, dice il pontefice, di un Dio che «si fa vicino per servire; si fa compassionevole per servire; si fa tenero per servire».
Lo mostra bene il Vangelo di oggi che mostra Gesù smentire le false immagini proposte dai discepoli, desiderosi di un «Messia potente, un Messia vittorioso che dia loro un posto di onore». Gesù però non è il Messia che si attendono. Egli è piuttosto, spiega Francesco, «il Dio dell’amore, che si abbassa per raggiungere chi è in basso; che si fa debole per rialzare i deboli, che opera per la pace e non per la guerra, che è venuto per servire e non per essere servito».
Gesù berrà infatti il calice dell’offerta della propria vita. Dona a noi la sua vita per amore, fino alla morte e alla morte di croce. Perché questa è la logica dell’amore e a questo dobbiamo anelare: «Non al potere, ma al servizio. Il servizio è lo stile di vita cristiano» insiste il Papa.
Bisogna anche fare attenzione a non farsi un’idea banale del servizio che, avverte Francesco, «non riguarda un elenco di cose da fare, quasi che, una volta fatte, possiamo ritenere finito il nostro turno». Chi serve per amore non dirà mai: «adesso toccherà qualcun altro». Questo infatti «è un pensiero da impiegati, non da testimoni».
Da dove nasce infatti il servizio? Dall’amore, ricorda Francesco. E l’amore, insiste papa Bergoglio, «non conosce confini, non fa calcoli, si spende e si dona». Meno che meno dobbiamo avere una concezione efficientistica della testimonianza cristiana. Sì, perché «l‘amore non si limita a produrre per portare risultati, non è una prestazione occasionale, ma è qualcosa che nasce dal cuore, un cuore rinnovato dall’amore e nell’amore».
Di questo amore eroico sono stati esempio i nuovi santi canonizzati oggi che, sottolinea il pontefice, «hanno vissuto lo stile di Gesù: il servizio. La fede e l’apostolato che hanno portato avanti non ha alimentato in loro desideri mondani e smanie di potere ma, al contrario, essi si sono fatti servi dei fratelli, creativi nel fare il bene, saldi nelle difficoltà, generosi fino alla fine».
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