Papa Francesco torna a fare un appello volto alla pace, esortando a stoppare le guerre e mettendo al primo posto il rispetto della vita umana.
In una Piazza San Pietro gremita, papa Francesco tocca dei temi davvero importanti, tra cui l’essenzialità del credere e lo stop alle guerre che stanno attanagliando moltissime persone nel mondo. Nella prima parte del discorso che come sempre precede l’Angelus, il pontefice sottolinea come il Vangelo ci parli di Gesù che guarisce Bartimeo, uomo che guarisce dalla cecità.
«Ma la folla, per strada, lo ignora. È un povera mendicante», spiega Francesco.«Quella gente, non ha occhi per questo. Lo ignorano, nessuno sguardo di cura né compassione. Anche Bartimeo non vede, ma sente e si fa sentire. Grida forte:«Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù però lo sente e lo vede, si mette a sua disposizione e gli chiede:«Cosa vuoi che faccia per te?».
Questa domanda davanti a una persona cieca, sembra una provocazione. E invece è una prova. Gesù sta chiedendo a Bartimeo chi cerca davvero e per quale motivo, chiedendogli chi è per lui il figlio di Davide. E così il Signore inizia ad aprire gli occhi del cieco».
Il pontefice sottolinea come si debbano considerare tre aspetti dell’incontro tra Gesù e Bartimeo, che poi si trasforma in un dialogo. In primis il grido dell’uomo, che è un’affermazione di se stesso, lui sta dicendo:«Io esisto, Gesù mi vedi?». Gesù vede l’uomo mendicante e lo ascolta, con gli orecchi del corpo e del cuore.
«Pensiamo a noi per strada: quante volte guardiamo dall’altra parte», dice ancora Francesco. «Il secondo punto è la fede: Bartimeo vede perché crede. Cristo è la Luce dei suoi occhi. Il Signore osserva come Bartimeo guarda lui. Come guardo io un mendicante? Lo ignoro? Sono capace di capire le sue domande, il suo grido di aiuto? Quando tu dai elemosina, guardi negli occhi il mendicante?».
E infine, il cammino. Bartimeo, risanato, seguiva Gesù lungo la strada. Ognuno di noi è il Bartimeo cieco di dentro, che segue Gesù una volta che noi ci avviciniamo a Lui. Quando tu ti avvicini a un povero e ti fai sentire vicino, è Gesù che si avvicina a te nella persona di quel povero. Per favore, non facciamo confusione: l’elemosina non è beneficenza. Quello che più riceve grazia dall’elemosina, è quello che la dà, perché si fa guardare dagli occhi del Signore».
Papa Francesco, dopo aver recitato l’Angelus, torna a parlare di temi importanti come lo stop alle guerre e gli eventi naturali che purtroppo stanno colpendo alcuni Paesi del mondo.
«In questi tempi di grandi sofferenze e tensioni, incoraggio quanti sono impegnati a livello locale, per il dialogo e per la pace. Domani si aprirà a Ginevra una importante conferenza internazionale della Croce Rossa e Luna Rossa. Possa tale evento risvegliare le coscienze, affinché durante i conflitti armati, siano rispettate la vita e la dignità delle persone e dei popoli, così come anche l’integrità delle strutture civili e dei luoghi di culto, in osservanza del diritto internazionale umanitario.
È triste vedere come durante la guerra, in qualche parte, si distruggono gli ospedali». Il Papa prega per le Filippine, colpite da un fortissimo ciclone. Il pontefice esorta, tornando a parlare di guerre, a mettere al primo posto il rispetto della “vita umana che è sacra“. «Le prime vittime sono tra la popolazione civile: troppe vittime innocenti: ogni giorno assistiamo alle immagini di “bambini massacrati”. Preghiamo per la pace», chiosa il Papa.
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