Una scena inedita si è mostrata questa mattina davanti alle 25mila persone che hanno affollato Piazza San Pietro alla Messa e all’Angelus: il Papa resta in silenzio.
Fatti terrificanti gettano l’ombra di morte sulla settimana di Passione del Signore, insieme al silenzio del Papa ci esortano a non distogliere lo sguardo dal Crocifisso.
L’inizio della settimana di Passione grande sangue incocente. Il dolore del mondo o le difficoltà fisiche personali del Pontefice? Cosa c’è dietro il silenzio di oggi?
Il santo Padre è evidentemente provato dal tanto dolore che affligge il mondo in questo momento. Il testo preparato per l’omelia di oggi resta senza voce. Alla Messa dopo l’omelia fa seguito un prolungato tempo di silenzio, e anche all’angelus. Le uniche parole che sono risuonate sono quelle delle formule liturgiche. È ragionevole pensare che ci siano difficoltà fisiche del Santo Padre, del gesto è da diverse settimane che affida a terzi le letture delle sue riflessioni, ma il gesto di oggi si carica di un significato ancora più profondo. Purtroppo alle innumerevoli vittime delle guerre, dobbiamo aggiungere oggi quelle del terrorismo che si è fatto sentire ancora una volta con tutta la ferocia di cui è capace.
Ma è proprio il mistero della consegna di Gesù dal traditore, l’abbandono dei discepoli, il doloroso cammino che lo porterà a morire sul legno infame che getta luce sulle tenebre che stiamo vivendo. Il Papa partecipa del dolore del mondo, è evidente anche sul suo viso. Concentrato per l’intensità della celebrazione e della settimana che si apre è evidentemente affaticato per i malesseri degli ultimi giorni, aggravati della sofferenza di questo momento. Sembra avere stampato sul viso le parole che sono il cuore della passione di Cristo, delle sofferenze che ha patito per salvarci e che sono nel grido di Gesù.
“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato”. Egli ha sofferto nel corpo, pensiamo agli schiaffi, agli sputi, alla salita sotto il pesante legno della croce, alla crocifissione. Ha patito nell’anima, pensiamo al tradimento di Giuda, di Pietro, dei suoi, di chi lo ha condannato e di chi lo ha crocifisso. Ma la sofferenza più grande è quella dello Spirito che erompe nel grido dell’abbandonato.
Nella Croce è la nostra speranza
La sofferenza più lacerante perché è dal Padre che Gesù si sente abbandonato. In questo grido Gesù si è fatto solidale per essere solidale con noi fino in fondo. Per non lasciarci soli nella desolazione anche lui condivide l’amara esperienza della solitudine nella prova. Sicché chiunque guardando a Lui possa ritrovare la speranza. Il corpo e il cuore lacerati di Gesù sono dono per chi vive il non senso del dolore e della disperazione. La sofferenza più lacerante perché è dal Padre che Gesù si sente abbandonato. In questo grido Gesù si è fatto solidale per essere solidale con noi fino in fondo. Per non lasciarci soli nella desolazione anche lui condivide l’amara esperienza della solitudine nella prova. Sicché chiunque guardando a Lui possa ritrovare la speranza.
In questa esperienza Gesù non capitola ma si abbandona nella preghiera, si affida, perdona. Un amore così, tutto per noi, un amore fino in fondo. Il Papa esorta ciascuno di noi a ripetere: “Questo amore è per me”. Tutto compassione e tenerezza, Dio è così. Fa di tutto per trasformare i nostri cuori di pietra in cuori di carne. Ma Gesù abbandonato è presente in tutti gli scartati della storia: i migranti, gli anziani, gli ammalati, tutti ii Cristi di oggi. Gesù abbandonato ci chiede di avere occhi e cuore per gli scartati di oggi. Il suo amore folle ci salva dalla desolazione, ma chiede a noi di essere strumento di salvezza per gli altri. Il Signore grida di prenderci cura di chi è lasciato solo.