Oggi, Domenica delle Palme, il Papa ci chiede di pregare per le vittime di conflitti e calamità naturali e ringrazia di cuore i fedeli per aver pregato per lui.
La Messa di oggi, 13 aprile 2025, “Domenica delle Palme“, è stata presieduta dal cardinale Sandri. A sorpresa, al termine della celebrazione, sul sagrato di piazza San Pietro è arrivato il pontefice, e ha salutato gli oltre 20 mila fedeli presenti alla celebrazione.
Il papa era in carrozzella, e senza naselli per l’ossigeno. Il Santo Padre ha detto ai presenti:«Buona Domenica delle Palme, buona Settimana Santa!». Al suo fianco, l’infermiere personale e uno dei suoi segretari. I fedeli hanno accolto l’arrivo del pontefice, facendogli sentire tutto il loro calore, con molti applausi e scuotendo i ramoscelli di ulivo.
Il pontefice, nel testo dell’Angelus diffuso dalla stampa vaticana, ha iniziato commentando il testo del passio. «Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Oggi, Domenica delle Palme, nel Vangelo abbiamo ascoltato il racconto della Passione del Signore secondo Luca».
Il Santo Padre prosegue spiegando:«Abbiamo sentito Gesù rivolgersi più volte al Padre: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà» (22,42); «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (23,34); «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (23,46).
Indifeso e umiliato, l’abbiamo visto camminare verso la croce con i sentimenti e il cuore di un bambino aggrappato al collo del suo papà, fragile nella carne, ma forte nell’abbandono fiducioso, fino ad addormentarsi, nella morte, tra le sue braccia.
Sono sentimenti che la liturgia ci chiama a contemplare e a fare nostri. Tutti abbiamo dolori, fisici o morali, e la fede ci aiuta a non cedere alla disperazione, non chiuderci nell’amarezza, ma ad affrontarli sentendoci avvolti, come Gesù, dall’abbraccio provvidente e misericordioso del Padre».
Il pontefice ci ha tenuto a ringraziare i fedeli per le preghiere e ha fatto il punto sulla propria condizione di salute. «Sorelle e fratelli, vi ringrazio tanto per le vostre preghiere. In questo momento di debolezza fisica mi aiutano a sentire ancora di più la vicinanza, la compassione e la tenerezza di Dio. Anch’io prego per voi, e vi chiedo di affidare con me al Signore tutti i sofferenti, specialmente chi è colpito dalla guerra, dalla povertà o dai disastri naturali. In particolare, Dio accolga nella sua pace le vittime del crollo di un locale a Santo Domingo, e conforti i loro familiari».
Nel testo dell’Angelus, il pontefice ha sottolineato ancora una volta l’importanza di fermare tutte le guerre. In particolare, ha ricordato che «il 15 aprile ricorrerà il secondo triste anniversario dell’inizio del conflitto in Sudan, con migliaia di morti e milioni di famiglie costrette ad abbandonare le proprie case.
La sofferenza dei bambini, delle donne e delle persone vulnerabili grida al cielo e ci implora di agire. Rinnovo il mio appello alle parti coinvolte, affinché pongano fine alle violenze e intraprendano percorsi di dialogo, e alla Comunità internazionale, perché non manchino gli aiuti essenziali alle popolazioni.
E ricordiamo anche il Libano, dove cinquant’anni fa cominciò la tragica guerra civile: con l’aiuto di Dio possa vivere in pace e prosperità».
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