Durante il consueto appuntamento della domenica con l’Angelus, Francesco ha rivolto ai credenti uno specifico invito nell’attesa del Natale. Ora sta a ognuno di noi prendere in mano questo incarico, per accogliere al meglio la venuta del Signore.
Si tratta di qualcosa che può essere anche piccolo, ma che in ogni caso deve essere seriamente adatto alla vita di ciascuno e soprattutto che va portato avanti con determinazione.
Nella Liturgia di oggi vi è infatti un interrogativo centrale a cui il Vangelo ci mette di fronte, che è: “Che cosa dobbiamo fare?”. Siamo alla terza domenica di Avvento, e la domanda risuona più forte che mai nei cuori dei cristiani che si stanno preparando per accogliere al meglio Gesù e la sua nascita.
Il messaggio nel Vangelo di oggi
Nel Vangelo sono le folle prima, e poi i pubblicani, a ripetere con grande energia. Come anche i soldati, che sono toccati dalla predicazione di Giovanni Battista. Quest’ultimo infatti annuncia che il Signore è vicino. E la questione è interamente legata alla nostra vita e al suo senso più profondo. Per questo non bisogna avere alcuna paura di ripeterla costantemente.
Questa non prelude però di certo a un dovere, ma al contrario, ha spiegato il Papa prima dell’Angelus, ha molto a che fare con l’entusiasmo di un cuore toccato da Gesù e dal suo arrivo. Un po’ come, è il messaggio del Papa, quando aspettiamo con impazienza che una persona cara ci venga a trovare a casa nostra, e noi ci diamo da fare per preparare tutto al meglio.
“Così è con il Signore, la gioia per la sua venuta ci fa dire: che cosa dobbiamo fare? Ma Dio eleva questa domanda al livello più alto: cosa fare della mia vita? A cosa io sono chiamato? Che cosa mi realizza?“, ha detto il Papa. Da qui lo spunto per tornare al Vangelo e per capire che Dio ha donato a ciascuno di noi un compito e una missione molto precisa per la propria vita.
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Il Signore ha fatto un dono a ciascuno di noi
“Un dono che il Signore ci consegna dicendoci: scopri chi sei, e datti da fare per realizzare il sogno che è la tua vita! Ciascuno di noi – non dimentichiamolo – è una missione da realizzare. Allora, non abbiamo paura di chiedere al Signore: che cosa devo fare? Ripetiamogli spesso questa domanda”, ha detto il Papa.
Per questo è necessario che in tempo di Avvento ci soffermiamo al meglio su questo interrogativo e facciamo spazio nel nostro cuore alla Parola del Signore. Ha aggiunto il Papa che “il Tempo di Avvento serve a questo: a fermarsi e chiedersi come preparare il Natale. Siamo indaffarati da tanti preparativi, regali e cose che passano, ma chiediamoci che cosa fare per Gesù e per gli altri!”.
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Necessario quindi, come prima cosa, guardare alla propria condizione concreta. Non a caso, il Battista offre diverse risposte alla folla e a coloro che gli pongono questa domanda. Un dato che testimonia come la fede non sia qualcosa di astratto e inafferabile, ma al contrario si cali nella vita concreta di ciascuno di noi. “Non è una teoria astratta e generalizzata, tocca la carne e trasforma la vita di ciascuno”.
L’invito del Papa a compiere un azione che risponda alla domanda
Da qui, Papa Francesco ha colto l’occasione per rispondere oggi alla domanda che viene posta a lui da ogni fedele, dal popolo di Dio, come Vicario di Cristo. Dando quindi un compito preciso e speciale per questo Natale. “Prendiamo un impegno concreto, anche piccolo, che si adatti alla nostra situazione di vita, e portiamolo avanti per prepararci a questo Natale”.
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Il Papa ha poi fatto esempi molto specifici. “Posso telefonare a quella persona sola, visitare quell’anziano o quel malato, fare qualcosa per servire un povero, un bisognoso. Ancora: forse ho un perdono da chiedere, un perdono da dare, una situazione da chiarire, un debito da saldare. Magari ho trascurato la preghiera e dopo tanto tempo è ora di accostarmi al perdono del Signore. Fatelli e sorelle, troviamo una cosa concreta e facciamola!”.