Nel consueto appuntamento domenicale dell’Angelus, il Santo Padre ci invita ancora a riflettere e a meditare sul mistero del Natale, invitandoci ad entrare in intimità con il Signore e ad aprirgli le porte del nostro cuore. Come?
“Non dobbiamo avere paura se il nostro cuore è disordinato” – ha detto il Papa. Parliamo a Gesù come ad una persona che, da sempre, conosciamo.
L’invito a guardare al Natale
Nella seconda domenica del tempo di Natale, in una Piazza San Pietro piena ad ascoltare le sue parole, Papa Francesco ci accompagna per mano, anche meditando il Vangelo del giorno, ancora nel Mistero del Santo Natale e dell’Incarnazione di Gesù. Che il Vangelo e Gesù vengano in mezzo a noi sempre, non solo a Natale.
Il Pontefice medita in particolare su di una frase: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Facciamo entrare Gesù nei nostri cuori e nella nostra vita: “Gesù è la luce di Dio entrata nelle tenebre del mondo. Luce e tenebre. Dio è luce: in Lui non c’è opacità; in noi invece, ci sono molte oscurità. Ora, con Gesù si incontrano Luce e tenebre: santità e colpa, grazia e peccato. Gesù, l’incarnazione di Gesù è proprio il posto dell’incontro, dell’incontro tra Dio e gli uomini, l’incontro tra la grazia e il peccato”.
Papa Francesco: “Facciamo entrare Gesù anche nel nostro cuore disordinato”
Ma qual è il modo di agire di Dio? Ancora una volta il Vangelo ci viene in aiuto: “Di fronte alla nostra fragilità, il Signore non si tira indietro. Non rimane nella sua eternità beata e nella sua luce infinita, ma si fa vicino, si fa carne, si cala nelle tenebre, abita terre a Lui estranee” – spiega Francesco- Dio scende nella nostra natura umana: “Lo fa perché non si rassegna al fatto che noi possiamo smarrirci andando lontani da Lui, lontani dall’eternità, lontani dalla luce. Ecco l’opera di Dio: venire in mezzo a noi” – continua.
E noi non dobbiamo chiuderci a Lui: “[…] Lui aspetta. È proprio il Buon Pastore […] Gesù è il Buon Pastore che viene a cercarci lì dove noi siamo: nei nostri problemi, nella nostra miseria … Lì viene Lui” – continua il Papa. Soprattutto, pone l’accento sul fatto che noi, spesso, abbiamo il cuore in disordine e, per questo, non permettiamo a Gesù di entrarci: “Se il tuo cuore ti sembra troppo inquinato dal male, ti sembra disordinato, per favore non chiuderti, non avere paura: Lui viene. Pensa alla stalla di Betlemme.
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Il nostro cuore sia a Gesù
Gesù è nato lì, in quella povertà, per dirti che non teme certo di visitare il tuo cuore, di abitare una vita trasandata […] E questo Dio vuole: vuole abitare con noi, vuole abitare in noi, non rimanere lontano” – ci dice.
Il Santo Padre conclude invitandoci a essere concreti: “Oggi vi invito alla concretezza. Quali sono le cose interiori che io credo che a Dio non piacciano? Qual è lo spazio che ritengo soltanto per me e non voglio che Dio venga? Ognuno di noi sia concreto e rispondiamo a questo. “Sì, sì, io vorrei che Gesù venisse ma questo, che non lo tocchi; e questo, no, e questo …”. Ognuno ha il proprio peccato – chiamiamolo per nome. E Lui non si spaventa dei nostri peccati: è venuto per guarirci”.
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