Di fronte alla sofferenza quotidiana, all’esperienza della croce, è umano voler scappare. Ma una particolare esperienza che Gesù fa fare a tre discepoli insegna molto.
Un anticipo di Paradiso, ecco qual è l’esperienza che ci racconta il Vangelo di oggi. Gesù che si rivela ai suoi discepoli in tutta la sua bellezza di Figlio di Dio. Qui vedono la bellezza della santità di Dio risplendere sul suo volto.
È significativo che questo Vangelo scandisca la seconda domenica di quaresima.
Un invito a guardare oltre
Migliaia di fedeli gremiscono Piazza San Pietro in questa bellissima domenica dal clima primaverile. Il Santo Padre sottolinea come in questo particolare tempo Liturgico, il Signore ci chiama a stare un po’ in disparte con lui. Proprio come Pietro molti di noi nella quotidianità rischiamo di non capire la logica di Gesù e rimproverarlo. Sono passati appena sei giorni dallo scontro tra Gesù e Pietro. Infatti, questi, dopo aver professato la sua fede in Gesù come il Cristo reagisce male all’annuncio della Passione. Ebbene sei giorni dopo Pietro, Giacomo e Giovanni vivono un’esperienza unica.
L’esperienza della Trasfigurazione ci suggerisce di andare oltre le quotidiane difficoltà, di guardare sempre al di là della Croce, mirare in alto alla Gloria futura, esperienza di grazia ma che chiede la disponibilità dell’uomo.
Ne avevano bisogno Pietro e gli altri discepoli, ma a ben pensarci ne abbiamo bisogno tutti noi. Il cammino verso la santità è difficile, è in salita, ma non siamo soli. Infatti sul Tabor Gesù porta tre discepoli, si può dire che gli fa fare un’esperienza “sinodale”.
La morte non è mai l’ultima parola
Gesù «fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce» (Mt 17,2). È molto significativo questo passaggio. Dopo aver annunciato loro che tra poco sarebbe morto gli fa sperimentare cosa sarebbe accaduto dopo. Le cose brutte che accadono potrebbero scoraggiare, ma proprio nelle difficoltà dobbiamo saper guardare oltre e credere che ciò che accadrà dopo è qualcosa di sorprendente. Come per Pietro, Giacomo e Giovanni. Gesù li sta preparando a un passo importante. Tra poco vivrà la passione il suo volto sarà trasfigurato. In quel momento dovranno ricordare la bellezza della gloria. Questo Vangelo traccia una strada indica quanto è importante stare con Gesù anche nelle difficoltà. C’è anche un altro particolare rilevante. Anche Gesù non è solo, con lui ci sono Mosè ed Elia. Gesù è il compimento della Legge e delle Profezie, le ingloba in Lui non le annulla.
Tre indicazioni da vivere con stile sinodale
Come fare per vivere anche noi l’esperienza della trasfigurazione? Papa Francesco lo ha indicato nel Messaggio per la Quaresima 2023. Proprio da questo episodio tra tre indicazioni. Ascoltare Gesù. E quale tempo è il più adatto se non la Quaresima? Ascoltarlo significa leggere la Scrittura, imparare a riconoscerlo nei fratelli e nelle sorelle. La seconda indicazione che il Papa trae da questo Vangelo è l’invito a non abituarsi a una fede che cerca solo i fatti straordinari quasi come per paura di affrontare le difficoltà quotidiane, ma “vivere con fede, speranza e amore la passione e la croce, per giungere alla risurrezione”. L’ultima indicazione sta nelle parole di Gesù, quando dice ai tre: «Alzatevi e non temete». Scendere, andare, stare con la gente. Chi ha fatto esperienza della grazia non se la può tenere stretta per se ha il compito di andare e portarla agli altri.
Nel salutare gli astanti il Papa ricorda le vittime dell’incidente ferroviario in Grecia, esprime dolore per la tragedia avvenuta nell’acqua di Cutro, e rinnova la sua vicinanza ai popoli in guerre, in particolare per la “martoriata Ucraina”. Per loro il Signore ci dia la forza di piangere.