Il nostro cuore corre un grande pericolo, ricorda Francesco. Qual è l’atteggiamento giusto davanti alle grandi opere di Dio?
Il Papa ci ha anche indicato l’antidoto per sfuggire a un’insidia che, come sempre, nasce dall’indifferenza verso l’amore di Dio per noi.
Papa Francesco ha aperto l’Angelus di oggi, domenica 9 luglio, ricordando le parole di Gesù nel Vangelo del giorno: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11, 25).
Ma quali sono queste cose per cui Gesù loda il Padre e chi sono questi piccoli che le sanno accogliere? Su questi due aspetti del Vangelo si è soffermato Francesco.
La prima: le cose per cui Gesù loda il Padre. Il Maestro stesso ne parla poco prima, rivelandone il significato: « I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l’udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella».
Si tratta dei segni dell’agire di Dio nel mondo. «Dio si rivela liberando e risanando l’uomo. E lo fa con un amore gratuito che salva», spiega Francesco. Per questo Gesù loda il Padre, elogiando la sua grandezza: la grandezza dell’amore.
Presuntuosi e piccoli: due atteggiamenti opposti
Ma questa grandezza dell’amore non è compresa, ricorda il Papa, dai «presuntuosi» che si fanno un Dio a loro immagine e somiglianza. «Un Dio potente, inflessibile, vendicativo», ovvero un Dio fatto su misura del presuntuoso, colui che è «pieno di sé, orgoglioso, preoccupato solo dei propri interessi». Il presuntuoso, «convinto di non aver bisogno di nessuno», «non riesce ad accogliere Dio come Padre».
I piccoli invece sanno accogliere le cose di Dio. Sono i «semplici, che hanno il cuore libero dalla presunzione e dall’amor proprio». Per loro Gesù loda il Padre: per i piccoli che, come i bambini, «si sentono bisognosi, non autosufficienti». È questa loro condizione di bisogno e di non autosufficienza, sottolinea Francesco a rendere i piccoli «aperti a Dio» e capaci di lasciarsi stupire dalle sue opere. «Loro sanno leggere i suoi segni, meravigliarsi per i miracoli del suo amore».
Attenzione alla “blindatura” del cuore
Anche la nostra vita, se ci pensiamo, è piena di questi miracoli amorosi, di gesti d’amore, di segni della bontà di Dio. Come d’abitudine, Francesco su chiede se i cuori di noi tutti sono indifferenti ai segni di Dio, se sono diventati abitudinari. Siamo ancora capaci di stupirci, di lasciarsi impressionare da Dio? Abbiamo un cuore aperto oppure un cuore chiuso? Il Papa avverte contro il pericolo di avere un cuore «blindato».
Contro la blindatura del cuore Francesco propone un antidoto: lasciarsi impressionare dall’amore di Dio. Il papa lo spiega col suo linguaggio immaginifico: «Impressionarsi è un bel verbo che fa venire in mente la pellicola di un fotografo. L’impressione. Ecco l’atteggiamento giusto davanti alle opere di Dio: fotografare nella mente le sue opere, perché si imprimano nel cuore per poi svilupparle nella vita, attraverso tanti gesti di bene, così che la “fotografia” di Dio-amore diventi sempre più luminosa in noi e attraverso di noi».
Dopo questa bella immagine Francesco ha sollecita ancora a lasciarsi meravigliare da Dio. Non senza aver invocato l’aiuto e l’esempio di Maria, colei che ha esultato nel Signore, affinché «ci renda capaci di stupirci del suo amore e di lodarlo con semplicità».