Attaccamento alle cose, sfiducia e sete di potere sono gli strumenti del demonio per allontanare Gesù dal Padre e anche noi dalla Trinità.
La pioggia non scoraggia migliaia di fedeli che affollano Piazza San Pietro per pregare con Papa Francesco. Il grigio del cielo è scenario suggestivo considerando che è il tema di riflessione odierna è quello delle tentazioni di Gesù.
Le tentazioni a Gesù e le nostre tentazioni quotidiane solo legate. La certezza della fede: possiamo vincere.
Gesù non cede non capitola
Il Papa richiama il Vangelo odierno, dove: “Il diavolo entra in scena per dividere Gesù dal Padre e dallo Spirito. Il diavolo divide sempre. Vuole approfittare della condizione umana di Gesù. È debole. Digiuna da quaranta giorni. Ha fame. Gli offre tre veleni: attaccamento ai bisogni, sfiducia e sete di potere”.
Colpisce che le tentazioni siano state rivolte a Gesù da un agente esterno. Non sono il risultato di una crisi psicologica o perché si trova in un conflitto personale con qualcuno. Tali «tentazioni» sono state reali e concrete nella sua vita. Non ha fatto ricorso al suo potere divino per risolverle. Queste prove sono state una forma di «seduzione diabolica», una provocazione a usare il suo potere divino per mutare pietre in pane e per manifestarsi in modi eccentrici. Gesù è il Figlio fedele che non sottostà alle sollecitazioni perverse e diaboliche. Non dialoga col diavolo. Infatti col diavolo non si tratta. Si difende e lo vince con la Parola Dio. Qui Gesù attinge l’antidoto: libertà dalle cose, fiducia e servizio. Il racconto, però non allude solo a una storia passata, ma anche al futuro dei credenti, a noi. Infatti, il racconto delle tentazioni costituisce anche un esempio destinato ad incoraggiare i cristiani.
La prova è parte inevitabile del cammino del discepolo.
Le tentazioni di Gesù non sono riportate nei Vangeli solo per informare circa le prove subite da Lui prima di iniziare la sua attività pubblica, ma sono rivolte al singolo credente per metterlo in guardia. I discepoli di Gesù non possono cedere a queste perversioni. Come Gesù anche noi siamo chiamati a usare la Parola di Dio per trovare luce in tempi bui. Che posto ha nella tua vita la Parola di Dio? Attingi alla Scrittura continuamente?
Nella “notte della fede”; quando non comprendiamo il perché di tante cose che accadono facciamo come Maria che conservava il Mistero nel suo cuore. Tace e medita. Il silenzio è svuotarsi di sé per accogliere. Un silenzio fecondo e pieno, ricco di carità. Solo restando saldi nella fede è possibile riconoscere le tracce della presenza di Dio anche in quegli eventi che sembrano paradossali. Con rinnovata commozione il Pontefice ricorda e prega per le popolazioni afflitte dalle guerre e dalle calamità naturali. Auspica un’autentica conversione dei cuori affinché la pace e l’armonia tra tutti i popoli diventino concrete.