Il Santo Padre durante il consueto appuntamento della domenica, esprime il suo accorato appello per il dramma di milioni di persone, e indica la strada percorsa dal personaggio di una celebre parabola.
Il Vangelo del Buon Samaritano (cfr Lc 10,25-37), proclamato nella liturgia odierno, riporta un particolare spesso trascurato: il protagonista della celebre parabola “era in viaggio”.
“Dunque, quel Samaritano, pur avendo i suoi programmi ed essendo diretto a una meta lontana, non trova scuse e si lascia interpellare da ciò che accade lungo la strada”, ha osservato papa Francesco durante l’Angelus di oggi in piazza San Pietro. Ha inoltre “compassione”, proprio come ne ha Dio “quando vede noi in un problema o in un peccato”.
In fondo, ha puntualizzato il Pontefice, il Signore ci insegna proprio a “guardare lontano, alla meta finale, mettendo tuttavia molta attenzione ai passi da compiere, qui e adesso, per arrivarvi”. Al punto che, “i primi cristiani furono chiamati ‘discepoli della Via’” (cfr At 9,2).
Ogni vero credente, in fondo, come il Samaritano, “è in viaggio, è un viandante”: non si sente, cioè, una “persona arrivata” ma, al contrario, “vuole imparare ogni giorno, mettendosi al seguito del Signore Gesù”, che disse: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14,6).
Il discepolo, quindi, è propenso a seguire Cristo ovunque egli vada: “per la strada incontra le persone, guarisce i malati, visita villaggi e città”, diventando giorno dopo giorno, “sempre più conforme” al “modo di pensare e di agire” del Maestro.
Quali sono le caratteristiche del buon Samaritano? In primo luogo, è qualcuno che “vede”, che “apre gli occhi sulla realtà, non è egoisticamente chiuso nel giro dei propri pensieri”.
Al contrario, il sacerdote e il levita menzionati nel Vangelo odierno, “vedono il malcapitato, ma è come se non lo vedessero, passano oltre”. È il Vangelo stesso che ci guida a “comprendere rettamente la realtà, superando giorno dopo giorno preconcetti e dogmatismi”, in cui taluni si rifugiano proprio per “difendersi dalla realtà”.
L’altra prerogativa di Gesù, espressa dal buon Samaritano è la “compassione”: Gesù insegna “ad accorgerci degli altri, soprattutto di chi soffre, di chi ha più bisogno” e ad “intervenire come il Samaritano”.
La parabola del buon Samaritano potrebbe indurre qualcuno a “puntare il dito verso altri paragonandoli al sacerdote e al levita”, oppure a “colpevolizzare sé stessi enumerando le proprie mancanze di attenzione verso il prossimo”.
A riguardo, però, il Papa ha proposto “altro tipo di esercizio”: quello di chiedere al Signore “di farci uscire dalla nostra indifferenza egoistica e di metterci sulla Via”.
L’esortazione è quindi a chiedergli di “vedere e avere compassione di coloro che incontriamo lungo il cammino, soprattutto di chi soffre ed è nel bisogno, per avvicinarci e fare quello che possiamo per dare una mano”.
A riguardo, Francesco ha ‘provocato’ le coscienze dei fedeli che “fanno l’elemosina”, domandando se “toccano le mani” del questuante o lo “guardano negli occhi”: Se non si fanno queste cose, ha commentato, “l’elemosina è per te”, non per chi la richiede.
Dopo la recita della preghiera mariana, Bergoglio ha si è unito al “al dolore del popolo dello Sri Lanka che continua a subire gli effetti dell’instabilità politica ed economica”, rinnovando il suo “appello alla pace” e implorando “coloro che hanno autorità” a “non ignorare il grido dei poveri e le necessità della gente”.
Un altro appello è arrivato per il “popolo della Libia, in particolare i giovani e tutti coloro che soffrono a causa dei gravi problemi sociali ed economici del Paese”: per loro il Santo Padre ha esortato a “cercare soluzioni convincenti con l’aiuto della comunità internazionale”.
Il Pontefice ha quindi rinnovato la propria “vicinanza al popolo ucraino, quotidianamente tormentato dai brutali attacchi di cui fa le spese la gente comune”. Ha quindi pregato “per tutte le famiglie, specialmente per le vittime, i feriti e i malati”, oltre che “per gli anziani e per i bambini”. “Che Dio mostri la strada per porre fine a questa folle guerra”, ha aggiunto.
Una menzione, infine, per la Domenica del Mare, che si celebra oggi: un’occasione per ricordare “tutti i marittimi con stima, riconoscenza, per il loro prezioso lavoro, come pure i cappellani e volontari della Stella Maris”. Il Pontefice ha infine affidato alla Madonna “i marittimi che si trovano bloccati in zone di guerra, perché possano tornare a casa”.
“Donami la pazienza”. Questa è la preghiera della sera da recitare questo venerdì per meditare…
In molti si chiedono se Padre Pio avesse una devozione verso le anime sante del…
Due avvenimenti ritenuti miracolosi sono legati alla devozione marina della Madonna della Guardia di Gavi,…
Specialità della tradizione dedicata a santa Cecilia, le pettole sono buonissime e perfette in questa…
Per nove giorni consecutivi ci rivolgiamo con fiducia alla Vergine Maria che per il tramite…
San Francesco d'Assisi è uno dei Santi più venerati e conosciuti da tutto il mondo…