Papa Francesco all’Angelus di oggi ci esorta a riconoscere il dono immenso che Dio ci ha fatto, a essere grati e celebrarlo ogni anno.
Dopo aver Celebrato nella Basilica di San Pietro la Messa e alcuni Battesimi nella Cappella Sistina, incontra i fedeli riuniti in Piazza San Pietro per l’Angelus.
Quella di oggi è una domenica di passaggio tra il tempo di Natale e quello ordinario, e ci indica qualcosa di fondamentale.
Una nuova Epifania
La solennità del Battesimo del Signore è un fatto importantissimo. Dio si manifesta in parole e azioni. Dice di Gesù che è il Suo Figlio prediletto e si aprono i cieli. Il muro che separa Dio e l’uomo è stato abbattuto. Fa riflettere l’espressione che Giovanni esclama nel momento in cui riconosce Gesù di fronte a lui: “Non sono degno”. Già aveva annunciato che sarebbe venuto uno superiore a lui. Ora se lo trova davanti.
Gesù è l’atteso Messia più grande del Battista, più forte perché ha la pienezza dello Spirito. Più forte nella missione perché il suo compito sarà fondare il popolo dal cuore nuovo. Il riferimento a sciogliere il legaccio dei sandali è comprensibile nel contesto della ritualità sponsale dell’ebraismo. Togliere il sandalo significava rinunciare al diritto di Sposo, Giovanni non prenderà il posto del Messia. La sua missione era preparargli la strada. Lo ha fatto. Ora lui deve diminuire e Gesù deve crescere.
Quello di Giovanni è un battesimo di conversione, espressione della disponibilità a cambiare mentalità, aprirsi per accogliere il Regno di Dio che di lì a poco sarebbe arrivato e che di fatto arriva in Gesù. Dunque siamo su un piano morale non rituale.
Festeggiare l’anniversario del Battesimo
Il battesimo amministrato da Giovanni è diverso da quello celebrato nella Chiesa. Questo ha tre effetti: cancella il peccato originale, rende figlio di Dio e parte della Chiesa. Come è stato per i bambini che stamattina hanno ricevuto il dono del battesimo proprio da Papa Francesco nella Cappella Sistina. Di loro ha detto il Pontefice: “è la loro festa: riceveranno il dono più bello, il dono della fede, il dono del Signore…oggi daranno anche a noi la testimonianza di come si riceve la fede: con innocenza, con apertura di cuore”.
Il battesimo è Dio che viene in noi, ci fa suo popolo sua famiglia, è Dio che diventa intimo a noi e non se ne va più. Per tutti è importante conoscere la data del proprio battesimo, essere grati a Dio per l’immenso dono che ci ha fatto, essere grati ai genitori che ci hanno portato al fonte. Dobbiamo conoscere la data del proprio battesimo e festeggiarla ogni anno proprio come si fa per compleanno, perché è un dono immenso.
Una preghiera per i fratelli Ortodossi
Il pensiero e la preghiera del Papa vanno ai fratelli Ortodossi che oggi celebrano il Santo Natale. In questa occasione il Patriarca Bartolomeo I ha condiviso un bellissimo messaggio, il cui cuore pulsante è nelle parole sul luogo scelto da Gesù per venire ad abitare in mezzo a noi: “prende una mangiatoia di fortuna in una grotta e la trasforma nel luogo in cui la gloria di Dio è resa manifesta. Forse il buio della grotta è ciò che serviva per riconoscere quella luce che entrava nel mondo. Forse il contrasto è necessario; non si riconosce l’unicità dei singoli raggi del sole, poiché viene inghiottita dalla luminosità della massa di luce. Se tale contrasto lo si vede in quel momento unico, nell’incarnazione della seconda persona della santa Trinità, il Verbo che si fa Carne, allora che cosa dobbiamo cercare nelle tenebre attuali nelle quali si trova Betlemme?”.
Proprio il pensiero per Betlemme e per i popoli affranti dalle guerre e da altre difficoltà chiude l’Angelus di oggi. Papa Francesco e si appella accoratamente ai responsabili delle Nazioni affinché si attuino progetti di pace.