Angelus. Papa Francesco tuona contro la peste che corrompe il cuore

Si può condurre una vita religiosa impeccabile dal punto di vista rituale e trascurare i propri fratelli? È stato questo il tema introduttivo della meditazione di Bergoglio.

Papa Francesco Angelus 1 settembre 2024
Papa Francesco durante l’Angelus (Foto Ansa) – lalucedimaria.it

I concetti di “purità” e di “impurità”, punto di partenza del Vangelo odierno (Mc 7,1-8.14-15.21-23), offrono uno spunto fondamentale per comprendere la mentalità farisaica.

Purezza e impurità: come le intendono i farisei e come le intende Gesù

Nel caso in cui avvenisse un contatto con cose o persone considerate immonde, “cancellarne la macchia era quasi un’ossessione di alcuni religiosi di quei tempi“, ha ricordato il Santo Padre. Al punto che alcuni scribi e farisei “accusano Gesù di permettere che i suoi discepoli prendano cibo senza lavarsi le mani, senza lavarsene le mani“.

Gesù accoglie questo “rimprovero” come un’occasione per spiegare il vero significato di purezza, la quale “non è legata a riti esterni ma prima di tutto è legata a disposizioni interne” ed “interiori“. Per essere puri, perciò, “non serve lavarsi più volte le mani se poi si nutrono dentro del cuore sentimenti malvagi come avidità, invidia o superbia, oppure propositi cattivi come inganni, furti, tradimenti, calunnia“.

In questo modo, Gesù mette in guardia dal “ritualismo che non fa crescere nel bene“, anzi, al contrario, “può portare a trascurare o addirittura a giustificare in sé e negli altri scelte e atteggiamenti contrari alla carità, che feriscono l’anima e chiudono il cuore“.

Ancora un “no” alla doppia vita

Attualizzando il Vangelo di oggi, il Pontefice ha ammonito: “Non si può, ad esempio, uscire dalla Santa Messa e già sul sagrato della chiesa fermarsi a fare pettegolezzi cattivi e privi di misericordia su tutto e tutti, quel chiacchiericcio che rovina il cuore, che rovina le anime“. Parimenti, non ci si può mostrare “pii nella preghiera, ma poi, a casa, trattare con freddezza e distacco i propri familiari o trascurare i genitori anziani che hanno bisogno di aiuto o compagnia“. Questa, ha ribadito il Papa è “una doppia vita“.

Una “purità esterna” priva di “atteggiamenti buoni” e “misericordiosi con gli altri” porta a ridurre “il rapporto con Dio ai gesti esteriori e dentro si rimane impermeabili all’Azione purificatrice della sua grazia“. Non serve a nulla “essere apparentemente molto corretti con tutti“, magari praticando “un po’ di volontariato e qualche gesto filantropico, ma poi dentro coltivare odio verso gli altri, disprezzare i poveri e gli ultimi o comportarsi in modo disonesto nel proprio lavoro“, ha ribadito Francesco.

Gli esseri umani sono fatti, piuttosto, “per la purezza di vita, per la tenerezza, per l’amore“. L’esame di coscienza che ne consegue è: “Vivo la mia fede in modo coerente, cioè quello che faccio in chiesa? Cerco con lo stesso spirito farlo con fuori, con i sentimenti, con le parole, con le opere? Rendo concreto nella prossimità e nel rispetto dei fratelli quello che io dico nella preghiera?“.

Beatificazione di un martire del comunismo

Dopo la recita della preghiera mariana, il Santo Padre ha ricordato la beatificazione di Ján Havlík, celebrata ieri Šaštín in Slovacchia. Si tratta di un giovane seminarista della Congregazione della Missione fondata da San Vincenzo de Paoli, ucciso nel 1965, durante la persecuzione del regime comunista contro la Chiesa nell’allora Cecoslovacchia. “La sua perseveranza nel testimoniare la fede in Cristo sia di incoraggiamento a quanti ancora oggi subiscono un simile trattamento“, ha detto il Pontefice.

Il Papa ha poi espresso “dolore” per la morte e il ferimento di “centinaia di persone dalle quali donne e bambini” durante l’attentato terroristico a Barsalogho, in Burkina Faso, lo scorso 24 agosto. Nel “condannare questi esecrabili attentati contro la vita umana“, Francesco ha espresso la propria “vicinanza alla nazione intera” e il proprio “sentito cordoglio alle famiglie delle vittime. La Vergine Maria aiuti l’amato popolo del Burkina Faso a ritrovare la pace e la sicurezza“. Una preghiera è stata rivolta anche per le vittime dell’incidente avvenuto nel Santuario di Recife, in Brasile. “Il Signore risorto conforti i feriti e i familiari“.

Sono vicino al martoriato popolo ucraino, duramente colpito da attacchi contro le infrastrutture energetiche“, ha aggiunto Bergoglio. “Oltre a causare morti e feriti, esse hanno lasciato più di un milione di persone senza elettricità e acqua. Ricordiamoci“, ha sottolineato, “che la voce degli innocenti trova sempre ascolto presso Dio, che non rimane indifferente alla loro sofferenza“.

Preghiera per il nuovo viaggio pontificio

Ancora una volta, il Santo Padre ha rivolto “con preoccupazione” il proprio pensiero al conflitto in Palestina Israele, “che rischia di allargarsi ad altre città palestinesi“. Ha così fatto appello “affinché non si fermino i negoziati e si cessi subito il fuoco, si rilascino gli ostaggi, si soccorra la popolazione a Gaza, dove si stanno anche diffondendo tante malattie, inclusa la poliomielite“. “Sia pace in Terrasanta, sia pace in Gerusalemme, la città santa sia luogo di incontro dove i cristiani, gli ebrei e i musulmani si sentano rispettati e accolti e nessuno e nessuno metta in discussione lo status quo nei rispettivi luoghi santi“.

Dopo aver ricordato che oggi si celebra la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, il Pontefice ha auspicato “da parte di tutti, istituzioni, associazioni, famiglie e ogni persone, un concreto impegno per la nostra casa comune. Il grido della terra ferita sta diventando Sempre più allarmante e richiedente un’azione decisiva e onorabile“. Infine un accenno al viaggio pontificio in Indonesia, Papua-Nuova Guinea, Timor Leste e Singapore: “Per favore, pregate per il frutto di questo viaggio“.

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