Il Santo Padre ha suggerito un rimedio molto efficace contro il pericolo del “raffreddore” spirituale.
Il Pontefice ha voluto ricordare una pratica tanto cara alle nostre nonne ma per nulla “desueta”, anzi utilissima per restare sempre uniti al Signore.
Papa Francesco ha aperto l’Angelus con la domanda preoccupata del Signore nel Vangelo di oggi (Lc 18,1-8): “Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”.
Con queste parole il Signore vuole chiedere, spiega Francesco, se al suo ritorno alla fine della storia – ma anche adesso – troverà ancora fede in noi. “È una domanda seria”, sottolinea il Papa. Se oggi il Signore tornasse sulla terra, si chiede il Successore di Pietro, cosa vedrebbe? “Vedrebbe, purtroppo, tante guerre, povertà e disuguaglianze“. E allo stesso tempo vedrebbe le “grandi conquiste della tecnica”, mezzi sempre più moderni e gente sempre di corsa, senza mai fermarsi. “Ma troverebbe chi gli dedica tempo e affetto, chi lo mette al primo posto?”. E soprattutto cosa troverebbe in ognuno di noi? Quali sono le nostre priorità del nostro cuore?
Spesso “noi ci concentriamo su tante cose urgenti, ma non necessarie”, insiste Francesco. Ci occupiamo di molte cose secondarie, e magari trascuriamo quel che conta di più, lasciando che il nostro amore per Dio “si vada raffreddando”.
Il rimedio contro il “raffreddore” della fede
Ma oggi Gesù, dice Francesco, “ci offre il rimedio per riscaldare una fede intiepidita”. E qual è questo rimedio? Il Papa non ha dubbi: “la preghiera”.
La preghiera, prosegue papa Bergoglio, è la “medicina della fede, ricostituente dell’anima”. Occorre però essere costanti e assidui. Come quando si segue una cura o ci si occupa della pianta di casa. Servono costanza e regolarità. A maggior ragione questo vale per la preghiera: “Non si può vivere solo di momenti forti o di incontri intensi per poi “entrare in letargo””.
C’è “bisogno di un tempo dedicato a Dio“, per farlo entrare nella nostra vita e nella nostra storia. Servono momenti per aprire il cuore al Signore, così che possa riversare in noi pace, gioia, forza, speranza. Per questo Gesù, dice Francesco, parla a tutti della “necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai”.
La giaculatoria, una sana e saggia abitudine
Ma come fare a pregare sempre, senza stancarsi mai? Il tempo spesso manca a chi vive nel mondo. Si tratta di una “difficoltà vera”, riconosce il Papa. Alla quale può forse venire in aiuto, spiega Francesco, una “pratica spirituale sapiente, anche se oggi un po’ dimenticata”. Il Papa si riferisce alla pratica delle giaculatorie, ben conosciuta dalle persone anziane, soprattutto dalle nonne.
Si tratta di quelle “brevissime preghiere, facili da memorizzare“ da ripetere spesso nel corso della giornata, tra le varie attività. Utilissime per restare “sintonizzati” col Signore, dice Francesco.
Il Papa fa alcuni esempi: “Vieni Santo Spirito”, “Gesù confido in te”, “Gesù ti amo”. Piccole preghierine per mantenerci in contatto col Signore. Un po’ come i messaggini sms che mandiamo alle persone amate. E perché non fare qualcosa di simile col Signore?, suggerisce il Pontefice. Così che “il cuore rimanga connesso a lui”.
Dove possiamo leggere le risposte di Dio?
Dio risponde ai nostri “messaggini”? Certo che sì, ci dice Francesco. Dio ci risponde sempre. E lo fa attraverso il Vangelo, indica Francesco, tornato a consigliare ai fedeli di portare con sé un “Vangelo da tenere sempre sotto mano”, un piccolo Vangelo tascabile da portare in tasca, nella borsa.
Infine il Papa ha invocato la Vergine Maria, maestra di preghiera e fedele nell’ascolto della Parola, affinché insegni a tutti noi “l’arte di pregare sempre senza stancarsi”.
Il ricordo nella preghiera per il “martoriato popolo ucraino”
Al termine della preghiera dell’Angelus, Francesco ha annunciato che il Sinodo sulla sinodalità avrà due sessioni, una dal 4 al 29 ottobre 2023, l’altra nell’ottobre del 2024, Il Papa ha poi ricordato la beatificazione di questo pomeriggio, a Boves (Cuneo) dei due sacerdoti, martiri della fede, trucidati dai nazisti nell’eccidio del 19 settembre 1943: don Giuseppe Bernardi e don Mario Ghibaudo, assassinati nella prima rappresaglia nazista contro la popolazione italiana.
Poi Francesco ha ricordato dell’iniziativa di Aiuto alla Chiesa che Soffre, che martedì coinvolgerà nella recita del Rosario per la pace nel mondo un milione di bambini. Francesco si è unito a loro invocando l’intercessione della Madonna per il “martoriato popolo ucraino” e tutte le popolazioni che soffrono per la guerra e per ogni forma di violenza. Prima dei saluti finali, un accenno alla Giornata mondiale del rifiuto della miseria che ricorrerà di domani.