Una forte testimonianza ci aiuta a comprendere cosa possiamo fare per le anime purganti e come riconoscere le loro richieste di aiuto.
Anche i Santi, nel corso della loro esistenza, hanno avuto particolari richieste di aiuto e di preghiera dalle anime del Purgatorio, che cercano conforto per arrivare a godere anche loro della Gloria di Dio.
Il Purgatorio è il luogo della purificazione o “di pena temporanea”, alle quali le anime devono sottostare per poter, poi, accedere alla Gloria del Paradiso. Queste anime chiedono, ogni giorno, preghiere e pensieri a chi è ancora sulla Terra, per dare loro la possibilità di “accelerare” questa purificazione e poter essere accolte, quanto prima, al Paradiso.
Nel libro “Apparizioni straordinarie delle anime del purgatorio” di don Marcello Stanzione si racconta come le anime del Purgatorio abbiano vita e come queste si manifestino a noi che siamo ancora sulla terra. Santi, Beati o anche semplici credenti hanno avuto la possibilità di vedere e parlare direttamente con le anime del Purgatorio ed ascoltare, dalla loro viva voce, cosa essi chiedevano.
Uno di questi è stato l’esorcista Don Giuseppe Tommaselli, il quale ha raccontato come, più volte, l’anima di sua madre era apparsa a lui come anima purgante: “Da due anni e mezzo mia madre era morta. Ecco all’improvviso apparire nella stanza, sotto sembianze umane. Era triste assai. Mi avete lasciata nel Purgatorio! […]
L’anima mia è circondata di oscurità e non posso vedere la Luce, che è Dio! Sono alla soglia del Paradiso, vicino al gaudio eterno, e spasimo del desiderio di entrarvi; ma non posso!”.
Un racconto di un’anima che chiede aiuto per uscire dalla condizione di essere in Purgatorio e di andare altrove: “Appena spirata, ho visto Dio, ma non in tutta la sua luce” – continua a raccontare l’anima della madre di don Tommaselli – “Cosa possiamo fare per liberarvi subito? – Ho bisogno di una sola Messa. Iddio mi ha permesso di venirla a chiedere […] Si celebrarono due Messe e dopo un giorno riapparve, dicendo: Sono entrata in Paradiso!”.
Accanto a questa testimonianza dei giorni nostri, c’è anche quella di Santa Teresa d’Avila. E’ stata lei stessa a narrarci, nei suoi scritti, della liberazione di un’anima dal Purgatorio mentre riceveva la Santa Comunione: “Due mesi dopo quel buon signore ebbe un colpo apoplettico in seguito al quale perdette la parola, ma il Signore mi fece sapere della morte del nostro gran benefattore e mi comunicò anche che era salvo, ma avrebbe dovuto rimanere in purgatorio fino a che venisse celebrata la prima S. Messa […]
Quando vi fu celebrato per la prima volta il Santo Sacrificio, nell’attimo in cui mi avvicinavo all’altare per ricevere la santa comunione, con mia grande gioia scorsi l’anima del nostro benefattore che a mani giunte e con volto luminoso mi ringraziava ed entrava in cielo” – scriveva la Santa.
Racconti che ci fanno riflettere, e ci sollecitano a ricordare coloro ci hanno già preceduto nell’aldilà e hanno necessità della nostra preghiera per poter goderei pienezza della luce beata di Dio e porre fine alle loro sofferenze.
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