E’ il 29 ottobre del 1971 quando Maria Teresa (casalinga) e Ruggero (camionista) vengono benedetti dalla nascita di Chiara. La figlia tanto desiderata si dimostra subito una bambina esemplare, sempre sorridente, cordiale, educata ed empatica con tutti quelli che hanno a che fare con lei. Educata alle parabole del Vangelo dalla madre, sin da piccolissima Chiara si mostra disposta ad aiutare chi si trova in difficoltà, mostra il desiderio che tutti i bambini siano contenti e fortunati come lei e quando scopre che i bambini africani vivono in estrema povertà dice alla madre: “Da adesso penseremo noi a loro”.
Riceve la prima comunione quando è ancora giovanissima e in quella occasione elegge il Vangelo a suo libro preferito e manifesta la volontà di continuare a studiare per diventare un giorno un medico e poter aiutare chi ha più bisogno. A nove anni viene a conoscenza del ‘Movimento dei Focolai’ di Chiara Lubich, ne entra a far parte e ne abbraccia l’ideale, convincendo anche i genitori ad intraprendere quel cammino.
Finite le scuole media, sceglie il liceo classico (all’epoca studio propedeutico alla facoltà di Medicina) per continuare a coltivare il suo sogno di diventate medico ed andare in Africa a curare i bisognosi. Allo studio affianca la pratica sportiva per cui mostra una notevole propensione (negli anni ha fatto sci, nuoto, tennis, bicicletta). Intelligente, gentile e di bell’aspetto, Chiara venne definita ‘Luce’ per via della sua espressione gioiosa, del suo sorriso contagioso e della sua disponibilità nei confronti degli altri.
I suoi sogni vengono presto interrotti quando a 16 anni avverte un forte dolore alla spalla durante una partita di tennis. La ragazza viene portata da un medico, il primo responso è “callo osseo alla spalla”, ma da analisi più approfondite si scopre che si tratta in realtà di un’osteosarcoma (tumore alle ossa). Nonostante la malattia la porti velocemente verso una morte prematura, Chiara ‘Luce’ Badano non perde il suo sorriso e la sua gentilezza, ma soprattutto non perde la sua fede in Dio.
Poco prima di morire, chiede alla sua migliore amica di indossare il vestito per il funerale (un abito bianco candido) per vedere come starà per il suo incontro con Dio, quindi dice alla madre di non essere triste poiché lei è felice di andare nel al di là e vuole che tutti quanti siano contenti di questo rito di passaggio: “L’importante è fare la volontà di Dio…è stare al suo gioco…Un altro mondo mi attende…Mi sento avvolta in uno splendido disegno che, a poco a poco, mi si svela…Mi piaceva tanto andare in bicicletta e Dio mi ha tolto le gambe, ma mi ha dato le ali…”.
Chiunque l’abbia conosciuta è stato avvolto nella luce che emanava ed è migliorato grazie al suo aiuto ed al suo esempio. Di lei monsignor Livio Maritano ha detto: “Si sentiva in lei la presenza dello Spirito Santo che la rendeva capace di imprimere nelle persone che l’avvicinavano il suo modo di amare Dio e gli uomini. Ha regalato a tutti noi un’esperienza religiosa molto rara ed eccezionale”. Morta nel 1990 (a soli 19 anni) è stata presentata per il processo di beatificazione quasi subito, divenuta venerabile nel luglio del 2008 è stata proclamata “Beata” nel settembre del 2010.
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Luca Scapatello
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