L’ansia di non farcela ci porta, spesso, anche a perdere la fede e la fiducia in noi stessi. Ma è sempre così?
Tanti possono essere i momenti di sconforto che attraversiamo durante la nostra vita, ma l’importante è saper rialzare la testa, sempre e comunque.
Quante volte ci siamo chiesti: “Ce la farò a superare anche questa?”, o ancora: “Ma perché proprio a me? Dio non sapeva scegliere qualcun altro a cui mandare questo problema?”…solo per citare alcune delle situazioni nelle quali potremmo trovarci. Molte altre volte, però, siamo costretti ad affrontare momenti e situazioni ben più gravi per la nostra vita, come la malattia o la morte.
Allora lì possiamo cadere nello sconforto più totale. Per questo, abbiamo cercato di capire quali possono essere le reazioni, anche ad istinto, di ognuno di noi, davanti alle difficoltà (piccole o grandi che siano), ponendovi una domanda:
Se anche tu hai sofferto di attacchi di panico, depressione e ansie improvvise in passato, ti chiediamo come sei riuscita a sconfiggere queste patologie?
Vi abbiamo chiesto di lasciarci un vostro commento, una vostra opinione, una vostra testimonianza…alcune di queste ci hanno particolarmente colpito.
Si tratta di uno stato psichico dell’individuo caratterizzato da una sensazione di intensa preoccupazione o paura, relativa a uno stimolo ambientale specifico, associato a una mancata risposta di adattamento da parte dell’organismo. Ciò causa stress alla persona che ne soffre.
Gli attacchi di panico sono caratterizzati da intensi stati di ansia che si presentano, in maniera imprevedibile, generalmente senza una razionale causa scatenante, durando per diversi minuti e lasciando sovente la persona provata.
Il disturbo depressivo è una patologia psichiatrica o disturbo dell’umore, caratterizzata da episodi di umore depresso accompagnati principalmente da una bassa autostima e perdita di interesse o piacere nelle attività normalmente piacevoli.
Abbiamo scelto di postarvi solo alcune delle opinioni dei nostri utenti: non siamo qui a giudicare quale sia l’opinione giusta o quella sbagliata, né tantomeno dire che la medicina possa essere messa da parte per far spazio alla sola preghiera.
Sappiamo bene che, la sola preghiera, non guarisce il fisico, ma è un buon antidoto per la guarigione dell’animo e dello spirito. Meditare sul problema può essere un trampolino di partenza per elaborare il problema che siamo costretti ad affrontare, perché è sempre importante ricordare una cosa: Gesù Cristo non ci lascia mai soli!
C’è una massima che dice: “Se Dio ci toglie qualcosa o qualcuno, è perché ha in serbo per noi cose più belle e più grandi”. Ecco: basiamo la nostra attenzione su questo.
La preghiera deve essere considerata, quasi, come un metodo da affiancare alla medicina, poiché allevia, aiuta, lenisce le sofferenze dell’animo, portando anche il corpo a sopportare meglio la fatica e la difficoltà che si trova a dover affrontare.
Confidarsi, magari, con il proprio Padre Spirituale, può essere un’ottima via per poter avvicinarsi ancora di più a Cristo, specie nei momenti di sofferenza, poichè è anche attraverso l’affiancare la nostra sofferenza al Cristo in croce, si può arrivare a quello stato di tranquillità tanto desiderato. La preghiera, affiancata alla medicina, può essere una buona terapia.
ROSALIA GIGLIANO
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