Da ottima moglie e madre Santa Monica tra le sue attività quotidiane si occupava anche di cucinare. Ecco un piatto che preparava, un cibo della sua epoca che si può realizzare anche ai nostri tempi.
È conosciuta da tutti come la madre di Sant’Agostino. La sua memoria liturgica è il 27 agosto, il giorno prima di quello in cui viene ricordato il suo amato figlio.
Santa Monica visse come lui nella città di Tegaste e, restò vedova in giovane età, dopo un matrimonio difficile per aver dovuto sopportare asprezze e infedeltà da parte del marito di cui però ottenne la conversione dopo tante preghiere.
Rimase poi da sola con Agostino e un’altra figlia da crescere, si dedicò interamente alla loro formazione con il suo immenso amore di madre.
Santa Monica è considerata un grande esempio di maternità ed anche di perseveranza nella preghiera.
Infatti è noto come si occupò di pregare per lunghi anni affinché avvenisse la conversione di suo figlio che per lungo tempo aveva seguito vie sbagliate e di perdizione.
Quella conversione tanto richiesta avvenne, le sue preghiere vennero esaudite, e possiamo dire, in misura davvero grande quale è diventata poi la figura di Sant’Agostino nella Chiesa.
Si hanno notizie, che derivano da un racconto che proprio suo figlio Agostino fa nella sua celebre opera, le Confessioni, secondo cui Santa Monica una volta “si recò a portare sulle tombe dei santi una farinata, del pane e del vino”.
Da questo possiamo apprendere che la farinata cartaginese, un cibo tipico del luogo in quell’epoca, era una pietanza che lei preparava e quindi anche mangiava e dava da mangiare ai suoi figli.
Si trattava di una sorta di budino di farro, che veniva chiamata puls punica e la sua preparazione si trova descritta nel De Agri Cultura di Catone.
Un cibo dolce in cui era presente anche il miele e il formaggio. È quindi un piatto decisamente molto antico che però possiamo cucinare ancora oggi.
È molto semplice e non richiede neanche particolari modifiche per attualizzarlo e renderlo adatto al gusto contemporaneo. Va benissimo assaporarlo così come è secondo la ricetta classica, per un’immersione nel periodo in cui viveva Santa Monica e nello stile culinario che era anche il suo.
La versione originale sembra essere appunto dolce con la presenza del miele. Per arricchirla, secondo gli usi attuali si può accompagnare ad una salsa di frutta, per esempio fragole o frutti di bosco.
Ma escludendo il miele e aggiungendo un po’ di sale all’impasto viene fuori una versione salata che può fungere da contorno, certamente molto ricercato e originale.
Una elemento di adattamento della ricetta, rispetto al formaggio usato all’epoca di cui non si conosce esattamente la tipologia, è l’uso della ricotta ma si può scegliere un formaggio a pasta semidura da grattugiare prima dell’uso.
Il procedimento per realizzare la farinata cartaginese è estremamente semplice e si impiega poco tempo. Le dosi di questa ricetta sono per 4 persone
La prima cosa da fare per iniziare questa preparazione è versare la farina di farro nell’acqua, il tutto in una ciotola capiente, e scioglierla bene mescolando con un cucchiaio.
Poi, di seguito, aggiungere la ricotta e continuare a mescolare per amalgamare bene ed ottenere un impasto omogeneo. A questo punto incorporare anche l’uovo e il miele.
Quando il composto risulterà liscio e omogeneo si può passare a riempire 4 cocotte o stampini monoporzione da forno (vanno bene anche quelli in alluminio).
L’ultimo passaggio prevede la cottura in forno statico a 250° per mezz’ora circa. La farinata cartaginese appena pronta va subito servita e gustata calda.
È sicuramente una pietanza che può risultare insolita e fuori dagli schemi a cui siamo abituati, ma molto buona e interessante da sperimentare pensando a Santa Monica, a quando la preparava, per renderle omaggio dedicandola a lei e imitarla nel suo stile di donna anche in questa attività
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