Va verso gli onori degli altari con il titolo di Venerabile, Antoni Gaudì, definito “l’architetto di Dio” che ha speso gran parte della sua vita alla costruzione della Sagrada Familia di Barcellona. in Spagna.

Nella giornata di lunedì 14 aprile, Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione dei Decreti che riguardano la proclamazione di alcuni Beati e Venerabili. Tra di essi, con il titolo di Venerabile, sono riconosciute le virtù eroiche di Antoni Gaudì, il famoso architetto spagnolo, autore di grandi opere.
Come dichiara il Dicastero delle Cause dei Santi, Antoni Gaudí i Cornet fu un fedele laico “mosso dall’anelito di unione con il Signore, condusse una buona vita spirituale e morale al di sopra dell’ordinario, con qualche tratto di vita mistica”.
Più in dettaglio, “Fu un cristiano convinto e praticante, assiduo ai sacramenti, che offriva a Dio i frutti del proprio lavoro inteso come missione per far conoscere e avvicinare il popolo a Dio e fece dell’arte un inno di lode al Signore“.
Definito “l’architetto di Dio”, Antoni Gaudì diventa Venerabile
Era nato a Reus, in Spagna nel 1852 in una famiglia cattolica e crescendo si trasferisce a Barcellona per studiare. Nel 1878 diventa architetto e già dall’inizio della sua attività dimostra attenzione all’elemento sacro nell’architettura fa proposte sull’ornamento e sugli edifici religiosi conosciute come Manoscritto e spicca per una grande conoscenza e adesione ai misteri della fede cristiana.

Nel 1882 pone la prima pietra della costruzione di quello che sarà il suo progetto più importante: una Chiesa Espiatoria, la Sagrada Familia. La sua profonda spiritualità si unisce al suo genio artistico esprimendo appieno il suo vivo senso religioso.
Sarà un progetto a cui lavorerà fino alla fine della sua vita. Vuole trasformare l’originale progetto neogotico in un’opera diversa e originale. Si ispira alla forme della natura e vi racchiude molti simbolismi che riflettono la sua profonda fede con influssi della spiritualità benedettina, francescana e filippina. Negli anni si dedica anche al progetto e alla costruzione di altri edifici civili e religiosi.
Gaudì viveva con uno stile improntato all’ascetismo. Nella Quaresima del 1894 si ammala anche a causa dei molti digiuni praticati, che però lo fanno crescere spiritualmente. Poi, ristabilitosi continua a lavorare ricevendo numerose commissioni. Realizza grandi opere come la Torre Bellesguard, il Park Güell, il restauro della cattedrale di Maiorca, la chiesa di Colonia Güell, la Casa Batlló, La Pedrera.
La devozione a San Filippo Neri e l’opera come missione
Questo grande architetto riteneva la Sagrada Familia una missione da compiere che gli è stata affidata da Dio. Sono molti gli ostacoli e le difficoltà che incontra in questo lavoro che lo coinvolge pienamente per tutta la sua esistenza. Deve far fronte a invidie e gelosie, incomprensioni, e lo fa con coraggio, quello che viene dalla fede.

Rimasto solo dopo la morte di tutti i parenti si dedica principalmente alla Sagrada Familia trasferendosi ad abitare in una stanza accanto alla stessa.
Ha una grande devozione per san Filippo Neri e sarà proprio uscendo dalla chiesa a lui intitolata per dirigersi verso la Sagrada Familia, che il 7 giugno 1926 viene investito da un tram e trova la morte. Le sue ultime parole sono state: “Dio mio, Dio mio”.
Soprattutto nell’ultima parte della sua vita viveva con un’impronta mistica, in uno stile monacale, austero, incentrato sulla preghiera, sulla lettura delle Sacre Scritture, facendo penitenze e digiuni rigorosi. È proprio negli ultimi anni della sua storia che si sviluppa la fama di santità rimasta viva nel corso degli anni e diffusasi oltre che in Spagna nel resto d’Europa e del mondo.
Gli altri Beati e Venerabili
Insieme ad Antoni Gaudì per decisione di Papa Francesco ad essere beatificati saranno l’indiana Eliswa della Beata Vergine Maria (al secolo Eliswa Vakayil), fondatrice della Congregazione del Terz’Ordine delle Carmelitane Scalze, ora Suore Carmelitane Teresiane, il sacerdote italiano Nazareno Lanciotti, missionario, membro dell’Operazione Mato Grosso ucciso nel 2001 a San Paolo in Brasile.
I servi di Dio di cui sono state riconosciute le virtù eroiche e che diventano quindi venerabili sono invece: il sacerdote diocesano belga Pierre-Joseph Triest, fondatore delle Congregazioni dei Fratelli della Carità, delle Suore della Carità di Gesù e Maria e delle Suore dell’Infanzia di Gesù. C’è poi don Angelo Bughetti, sacerdote diocesano, fondatore dell’Istituto di Santa Caterina e don Agostino Cozzolino, sacerdote diocesano.