Il monito del nuovo arcivescovo della diocesi di Napoli, è rivolto principalmente alla nuove generazioni: una speranza cresce di fronte al male.
Il vescovo Battaglia è subito entrato nei cuori del popolo napoletano. Nonostante l’ingresso in diocesi avvenuto in corrispondenza di un momento per tutti molto duro, quello della pandemia, il suo pellegrinaggio silenzioso prima della celebrazione in Cattedrale è stato un gesto di grande potenza.
Il monito del vescovo contro la criminalità organizzata
Per il vescovo, tuttavia, dietro la durezza del momento attuale, che richiede necessariamente uno stile sobrio e quanto mai “evangelico“, può rivelarsi “un messaggio importante per tutta la Chiesa: la conversione come ritorno all’essenza del Vangelo, alla centralità di Cristo. E perciò, conversione dello sguardo”.
Lo ha spiegato al quotidiano dei vescovi Avvenire nel corso di una intervista profonda in cui ha toccato temi molto delicati, come quello della criminalità organizzata. Il cui ruolo e peso, purtroppo, sembra accrescere in momenti difficili come quello attuale, con le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria che ne stanno generando un’altra di tipo economico e sociale. Nel dolore e nella sofferenza, infatti, purtroppo la mafia prospera.
Due cose sono essenziali nella lotta contro ogni mafia
“Nella lotta contro la camorra e contro ogni tipo di mafia, credo siano essenziali due cose: schierarsi ed educare. A tutti i livelli. E la Chiesa è chiamata ad avere un ruolo profetico in questa lotta. Sempre a partire dalle persone. Dalle loro storie e dai loro sogni e bisogni, dai loro sorrisi e dalle loro lacrime, dalle loro voci e dai loro volti, dalle loro domande e dalle loro fatiche”, ha spiegato il vescovo.
Che però non ha voluto lanciare proclami ma ha spiegato chiaramente come stanno le cose. “Non abbiamo ricette. La pandemia ha di certo aumentato in modo esponenziale le diseguaglianze e nelle piaghe dell’ingiustizia sociale si annida il virus delle mafie. La camorra ti fa assaporare il gusto della libertà e del facile guadagno, ma in realtà ti intrappola con i suoi tentacoli”.
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La strada per recuperare la speranza davanti al dolore
Di fronte al dolore, però, c’è una strada per recuperare la speranza. “L’unica arma che abbiamo consiste nel ritrovare, tutti noi, Chiesa e Stato, la credibilità perduta. Quella credibilità che può dare solo l’impegno concreto per i bisogni delle persone. Partendo da quelli dei giovani e dei ragazzi in difficoltà che, più di altri, rischiano di restare affascinati dal sistema camorristico“.
Per quanto riguarda tuttavia il suo impegno di sacerdote, e ora di vescovo, la sostanza non cambia. “A Catanzaro, da prete, ero chiamato a dare la vita. A Cerreto, da vescovo, chiamato a dare la vita. A Napoli chiamato ancora a dare la vita, alla sequela del Cristo, partendo dagli ultimi per arrivare a tutti”.
Giovanni Bernardi