Una tristissima notizia arriva dal Portogallo. Con 136 i voti a favore, 78 i contrari e 4 gli astenuti si è approvata una legge che determinerà grandi ingiustizie e porterà grande dolore.
La si è qualificata come “eutanasia non punibile”, con l’ipocrita spiegazione che si tratta di una “anticipazione della morte per decisione della persona stessa” in situazione di “sofferenza estrema, con lesioni irreversibili, di estrema gravità, scientificamente provate, o malattia incurabile e fatale, quando praticata (da) o con l’ausilio di personale sanitario”.
È doloroso che ciò avvenga proprio nel Paese dove il 13 giugno 1917, a Fatima, la Madonna è apparsa ai tre pastorelli, mostrando il suo cuore trafitto di spine, sanguinante, ferito, prostrato. Un monito per il mondo, un richiamo alla conversione. Ma quello che è stato approvato oggi è un abominio che non può che trafiggere ulteriormente il cuore di una Madre addolorata per i peccati dei figli che con le loro leggi si auto condannano alla dannazione eterna!
Di fatto, si tratta dell’ennesimo passo nella direzione di una cultura che sempre più mette in secondo piano la vita, relegandola a strumento dei desideri di qualcun altro, della società in generale, dell’interesse puramente funzionale. Così chi non è più utile al sistema economico, in Portogallo potrà essere tranquillamente scartato con l’eutanasia.
La legalizzazione dell’eutanasia è quindi stata approvata dal Parlamento del Portogallo. Il Paese, a maggioranza cattolica, aveva finora una legge che vietava l’eutanasia, ma la proposta per modificarla era approvata lo scorso febbraio. In questo modo si è aperta la strada per il voto in aula, mentre la Chiesa chiedeva a gran voce un referendum.
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Così un’élite politica ha stabilito che nel Paese il valore della vita umana è arbitrario e indipendente dalla legge di Dio, esplicitata nel Quinto comandamenti. Eppure il presidente Marcelo Rebelo de Sousa, che è un cattolico e conservatore appena rieletto, non ha preso alcuna posizione pubblica sul tema, in maniera sconcertante.
Così a questo punto si passerà alla promulgazione del testo, che tuttavia potrà ancora essere sottoposto all’analisi alla Corte costituzionale. I voti a favore sono arrivati dal Bloco de Esquerda, dai verdi del Pan, dai liberali di Iniciativa liberal e dalla grande maggioranza dei socialisti del Ps.
Si sono detti invece contrari i comunisti del Pcp, i popolari del Cds e il partito sovranista Chega, come anche 9 parlamentari del Partito socialista. La maggioranza del Partito socialdemocratico, di centro-destra, ha votato contro.
Giovanni Bernardi
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