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Cos’è in realtà l’Arca dell’Alleanza?

 

Arca dell’allaenza

Cos’è in realtà l’Arca dell’Alleanza? Nel Libro dell’Esodo, Dio dice a Mosè: “Faranno dunque un’arca di legno di acacia: avrà due cubiti e mezzo di lunghezza, un cubito e mezzo di larghezza, un cubito e mezzo di altezza. La rivestirai d’oro puro: dentro e fuori la rivestirai e le farai intorno un bordo d’oro. (…) Nell’arca collocherai la Testimonianza che io ti darò”.
E la descrizione, di come Dio avrebbe voluto quell’Arca, proseguiva nei dettagli (la misura dei cubiti corrispondeva a circa 110×66×66 centimetri), fino a spiegare come sarebbe stato il coperchio e la lavorazione dei due cherubini posti sopra di esso: “I cherubini avranno le due ali stese di sopra, proteggendo con le ali il coperchio; saranno rivolti l’uno verso l’altro e le facce dei cherubini saranno rivolte verso il coperchio. Porrai il coperchio sulla parte superiore dell’arca e collocherai nell’arca la Testimonianza che io ti darò”.

Il Signore aveva chiesto al popolo israelita di costruire l’Arca dell’Alleanza, una cassa finemente decorata che sarebbe stata la testimonianza della presenza di Dio, che “viaggiava” a seguito del suo popolo, sulla terra.
Ricordiamo che, a quel tempo, Mosè, fuggito dall’Egitto con gli altri israeliti, stava attraversando il deserto, in cerca della terra promessa.
Perché potesse essere trasportata, l’Arca era fornita di due aste laterali che la sollevavano, passando attraverso 4 anelli.

Cosa conteneva l’Arca dell’Alleanza?

Com’è spiegato anche nel Libro degli Ebrei, l’Arca aveva un contenuto molto prezioso, ossia un vaso d’oro pieno di manna (il cibo che Dio aveva donato agli ebrei affamati, durante il loro viaggio nel deserto, verso la libertà), la verga di Aronne (il bastone che era servito per mostrare i prodigi di Dio), le Tavole della Legge (i Comandamenti, probabilmente nella seconda versione, avendo Mosè distrutto le prime Tavole, dopo aver appurato la disobbedienza del popolo a Dio).

Nessuno poteva toccare l’Arca dell’Alleanza, nemmeno per trasportarla.
Questo compito era riservato solo ai Leviti, coloro che, tra gli ebrei, avevano il compito di organizzare i riti religiosi.
Si narra che, dall’Arca, spesso provenissero dei lampi di luce; in effetti erano delle folgori che la difendevano da chi voleva avvicinarci inopportunamente.
Durante il viaggio del popolo israelita, l’Arca veniva coperta da un telo di pelle di tasso e da uno di stoffa. Ad ogni sosta, veniva posta sotto una tenda, detta “Tenda del Signore” o “Tabernacolo”.

Non veniva mai esposta, se non quando ritenuto estremamente necessario, ma Mosè era solito avvicinarsi ad essa per comunicare con Dio.
Lui appariva seduto in mezzo ai due cherubini (l’Angelo Metatron e l’Angelo Sandalphon, secondo la tradizione ebraica), adagiati sul coperchio dell’Arca.
Dio aveva detto a Mosè: “Io ti darò convegno appunto in quel luogo: parlerò con te da sopra il propiziatorio, in mezzo ai due cherubini che saranno sull’arca della Testimonianza, ti darò i miei ordini riguardo agli israeliti”.

Quanti viaggi ha compiuto l’Arca dell’Alleanza?

Dopo il viaggio degli israeliti nel deserto, il Tabernacolo venne posto a Silo (all’epoca capitale d’Israele), fino al tempo del Profeta Samuele, quando ci fu una battaglia tra gli israeliti e i filistei.
Gli israeliti -come al solito- portarono con se l’Arca, che venne presa dal nemico, ma poi restituita, perché artefice di una pestilenza.

L’Arca venne, così, portata alla città di Kiriat-Iearim, fino a che il Re Davide decise si spostarla a Gerusalemme. In seguito, il Re Salomone, figlio di Davide, la fece collocare nel Sancta Sanctorum (il Santo dei Santi), ossia in un luogo sacro, appositamente costruito nel Tempio di Gerusalemme, da lui progettato. Siamo nella seconda metà del X secolo a.C..
All’inizio del VI secolo a.C., però, i babilonesi conquistarono e depredarono Gerusalemme; da quel momento non si ebbe più notizia dell’Arca dell’Alleanza.

E, da quel periodo, si scatenarono teorie, leggende, supposizioni, secondo le quali l’Arca dell’Alleanza sarebbe stata avvistata in diversi luoghi: forse, il Profeta Geremia la nascose all’interno del monte Sinai; forse qualche incendio la distrusse e nessuno ne diede mai notizia; forse, durante il saccheggio di Gerusalemme, fu smembrata e venduta a pezzi; forse non fu mai spostata dal Sancta Sanctorum, ma solo posta nei sotterranei del Tempio; forse, ora, si trova sul Monte Nebo o in Babilonia; forse Salomone la fece arrivare in Etiopia.

I copti etiopici (cattedrale di Nostra Signora Maria di Sion) affermano di esserne in possesso, ma ciò che più incuriosisce è che, il 19 Giugno del 2009, Abuna Paulos, il Patriarca della Chiesa ortodossa etiopica, in occasione di una conferenza a Roma, dichiarò: “L’Etiopia è il trono dell’Arca dell’Alleanza. L’Arca dell’Alleanza è stata in Etiopia per tremila anni e adesso è ancora lì e con la volontà di Dio continuerà ad essere lì. È per via del miracolo che è arrivata in Etiopia …”.                                                                                Antonella Sanicanti

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