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Sveliamo il mistero sui Santi Arcangeli: sono tre o sette?
Con l’aiuto del teologo e angelologo don Renzo Lavatori, abbiamo cercato di chiarire alcuni concetti sugli Arcangeli, che possono facilitare il cammino di fede e la nostra devozione.
Siamo certamente a conoscenza del fatto che gli Arcangeli, in realtà, siano sette. Di loro parlano le Sacre Scritture, in più passaggi, per cui è lecito invocarli, perché ci sostengano nelle difficoltà della vita, così come Dio ha predisposto.
Ciò che è fondamentale sapere e tenere a mente, però, è che, secondo le disposizioni della Chiesa, solo tre di essi possono essere chiamati col loro nome: Michele, Gabriele e Raffaele.
Gli Arcangeli sono sette, ma solo tre possono essere “nominati”
Di seguito, spiegheremo qual è il motivo di questa scelta e, di conseguenza, quale deve essere il retto atteggiamento del cristiano autentico, in merito all’argomento. Cominciamo col dire che molte opere d’arte raffigurano i sette Arcangeli, anziché solo i tre che conosciamo col loro nome e che la Chiesa celebra il 29 Settembre.
Sappiamo che i sette Arcangeli sono raffigurati nella Basilica di San Marco a Venezia, di Santa Maria degli Angeli a Roma, nella Cappella Palatina a Palermo e citati su una lapide, posta vicino all’altare della Cattedrale di Città del Messico.
I sette Arcangeli nella Bibbia
In effetti, anche alcuni passi della Bibbia specificano il numero sette degli Arcangeli. “Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore”, dice il Libro di Tobia al Capitolo 12, versetto 15. “Grazia a voi e pace da Colui che è, che era e che viene, e dai sette Spiriti che son davanti al suo trono”,dice il Libro dell’Apocalisse al Capitolo 1, versetto 4, tanto per citare alcuni esempi.
Sappiamo anche che, nelle opere su citate (e non solo in quelle) gli Arcangeli sono indicati con i seguenti nomi: Michele, Gabriele, Raffaele, Uriele, Sealtiele, Geudiele e Barachiele. Perché, allora, la Chiesa ha deciso di permettere di nominare solo i primi tre? Nel corso della storia, si è molto discusso sugli Arcangeli “nominabili”, poiché, se il loro numero è fuori dubbio, i nomi Uriele, Sealtiele, Geudiele e Barachiele non sono riportati in nessun brano biblico, ma solo in scritti apocrifi, dunque non ritenuti di ispirazione divina per la nostra dottrina, ma provenienti da fonti spirituali non comprovate.
La confusione fa spazio all’opera del maligno
Così, secoli fa, in mancanza di questa precisazione, si diffusero, anche tra i prelati, delle preghiere che mescolavano, senza un ponderato criterio, i nomi degli Arcangeli a quelli di alcuni demoni. Si può immaginare quanta confusione spirituale potesse provenire da un atto del genere.
Trascorsero, poi, periodi storici in cui si alternarono le tesi a favore o meno, sull’uso dei nomi suddetti o di qualcuno di esso. Nonostante i nomi di Uriele, Sealtiele, Geudiele e Barachiele non potessero essere attribuiti, con certezza e secondo prudenza, a creature a servizio di Dio, anche qualche Santo cadde nel tranello di invocarli in soccorso.
Ci sono voluti diversi Concilii e tanti documenti dottrinali, per cercare di far chiarezza sulla questione, ma, ancora oggi, non se ne viene a capo. Molti, infatti, si ostinano a ritenere l’utilizzo dei nomi degli Arcangeli del tutto innocuo e plausibile.
A queste persone ricordiamo che, solo nel 1800, ben sei cause apostoliche fallirono, nel tentativo di ripristinare il culto dei sette Arcangeli, con i nomi su menzionati.
Gli Angeli di Dio non hanno un nome!
E’ importantissimo sottolineare -e in questo ci aiuta grandemente don Renzo Lavatori- che gli Angeli -così come gli Arcangeli- non hanno bisogno di essere invocati con un nome. Loro, anzi, si gloriano di servire Dio e di esserne i messaggeri. Altro scopo non hanno, se non quello di condurci al Salvatore. Dunque, un cristiano dovrebbe evitare quei meccanismi, senza alcun fondamento di fede, che propongono di individuare il nome dell’Angelo Custode: esso non ha un nome, in realtà!
I nostri cari defunti non sono Angeli!
E’ un errore anche ritenere che i nostri cari defunti siano, adesso, i nostri Angeli, perché, pur standoci accanto, non posso assolvere al compito delle creature celesti che Dio ha creato, fin dalla notte dei tempi. Gli Angeli, in effetti, non sono mai trapassati, poiché non sono mai stati degli esseri umani; così come, chi passa da questa vita all’altra, non potrà divenire un Angelo, essendo stato creato per essere un essere umano.
Per questo stesso motivo, non ha senso nemmeno accostare la festività dell’Angelo Custode, del 2 Ottobre, a quella dei nonni, supposti Angeli sulla terra per ogni loro nipotino. Questa definizione è del tutto impropria e per nulla dottrinale.
Perché Michele, Gabriele e Raffaele hanno un nome?
A coloro che -a questo punto- si staranno domandando come mai Michele, Gabriele e Raffaele vengano identificati con un nome, rispondiamo che, in effetti, questi sono appellativi che spiegano il compito che essi svolgono, al cospetto di Dio e tra gli uomini. Infatti, Michele vuol “Chi è come Dio”: questo fu il grido di battaglia che l’Arcangelo, a capo delle milizie celesti, utilizzò per combattere contro l’esercito del male, e lo fa tutt’oggi.
Gabriele vuol dire “Forza di Dio” ed è colui che permette agli uomini di comprendere i messaggi più importanti, inviati dal cielo, come quando spiegò alla Vergine Maria che, pur non avendo conosciuto uomo, avrebbe partorito il Figlio di Dio. Raffaele vuol dire “Medicina di Dio” ed ha il compito di consigliare e guarire spiritualmente gli uomini, come quando accompagnò Tobia a conoscere la sua sposa, dopo averla liberata dal soggiogamento del demonio Asmodeo, che uccideva ogni suo consorte.
I nomi Michele, Gabriele e Raffaele sono, dunque espressione dell’azione divina che si compie attraverso di loro. Gli Angeli o gli Arcangeli non amano, né possono, essere venerati per se stessi, ma solo in quanto mezzo per la salvezza. Sappiamo, infatti, che solo il Nome di Gesù salva. Tutto il resto è superfluo.
Grazie, don Renzo Lavatori per le sue preziose delucidazioni.