L’Arcivescovo attende una risposta importante da parte di Papa Francesco

La Diocesi si prepara a celebrare la sua festa più importante e invita il Santo Padre all’inaugurazione dell’evento di principale rilievo, ovvero quello dell’apertura della Porta Santa. 

L’arcivescovo ha invitato i fedeli a pregare “con insistenza”, affinché papa Francesco possa presenziare.

Le sempre attuali “esplorazioni ascetiche” di Celestino V

Celebrando la messa di chiusura della Perdonanza Celestiniana, il cardinale Giuseppe Petrocchi ha innanzitutto sottolineato come questa ricorrenza non segua “le leggi della natura, ma i dinamismi della grazia. È come un faro – ha detto – che, a differenza di quanto avviene su piano fisico, proietta una luce che si intensifica nella misura in cui avanza nello spazio e nel tempo”.

Ripercorrendo poi l’esperienza mistica di Pietro da Morrone (Celestino V), il porporato ha colto nel papa che rinunciò a fine ‘200, un uomo “abituato a scrutare, alla luce del Vangelo, anche gli angoli più oscuri del suo cuore”.

Nelle sue “esplorazioni ascetiche”, Celestino aveva compreso quali fossero i “fattori patogeni” di un’anima, che finiscono per provocare “traumi” nella comunità. Ci sono danni, ha proseguito Petrocchi, che procurano “idee ed emozioni negative”, una sorta di “cattivo magnetismo” sulla mente.

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Il perdono che libera

In questa prospettiva – ha detto il cardinale – il percorso interiore del perdono, ricevuto e dato, è un processo che libera e disinnesca la strategia perdente dell’odio. Restituisce, così, autenticità visiva agli occhi e sana i flussi convulsi del cuore”.

Chi perdona non cancella il ricordo di ciò che è accaduto – ha spiegato Petrocchi –. Non ricorre a mistificazioni, mettendo un’etichetta positiva dove compare un evento negativo. Chiama le cose con il loro nome effettivo. Identifica il male e lo denuncia, ma non si lascia intrappolare dal circuito vizioso delle reazioni ostili”.

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L’arcivescovo dell’Aquila ha ricordato che “non sono i problemi la causa prima del nostro malessere, ma il modo in cui li affrontiamo. Una situazione avversa vissuta bene, cioè secondo la volontà di Dio, provoca sofferenza e ci sfida nelle scelte da fare ma non ci toglie la pace e non colora il futuro con tinte fosche”.

Uscire da “ripostigli psichici” e “grovigli mentali”

Non ci si può, quindi, limitare a “registrare gli eventi e subirli, occorre governarli positivamente, riponendo la fiducia nel Signore, mobilitando le risorse evangeliche di cui disponiamo e cercando buone alleanze in amici virtuosi”. Anche per questo, è fondamentale non portare rancore, un atteggiamento che contribuisce soltanto a cronicizzare i problemi.

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La risposta alle nostre esigenze profonde sta dietro la nostra porta – ha detto ancora Petrocchi – eppure ci capita di rimanere barricati nei nostri ripostigli psichici, preda dei grovigli mentali e affettivi che ci avvolgono. Per avvalersi dei doni di Dio, occorre mettersi nella condizione di riceverli e tra le premesse necessarie, ci sono: la prontezza a mettersi in discussione, la generosità verso il prossimo e la disponibilità alla conversione”.

Nel corso della messa, l’arcivescovo dell’Aquila ha anche invitato i fedeli a pregare “con insistenza”, affinché papa Francesco possa presenziare alla Perdonanza Celestiniana del 2022, celebrando l’apertura della Porta Santa. [L.M.]

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