In Argentina una ragazza sedicenne è stata uccisa per impalamento dopo essere stata seviziata e drogata. La sentenza shock dei giudici: era consenziente.
Aveva solo 16 anni, Lucia Perez, quando nell’ottobre 2016 è morta dopo essere stata drogata, stuprata e impalata. Ora i giudici di Mar del Plata, in Argentina, non molto distante da Buenos Aires, hanno assolto i tre imputati dall’accusa di omicidio e stupro.
La ragione? A detta del giudice, l’unico reato commesso dai tre è quello che riguarda lo stupefacente somministrato alla ragazza. Una sentenza di assoluzione che ha sconvolto il Paese ma anche il mondo intero, dopo che la notizia è rimbalzata su molto testate internazionali.
Secondo alcuni, in Italia il caso di Lucia Perez riporta alla mente la dura e drammatica vicenda di Pamela Mastropietro. Tuttavia, forse proprio per questa ragione, di questo caso drammatico se n’è parlato molto poco, nonostante l’importanza della vicenda per il paese argentino.
Nel momento della morte Lucia era una semplice studentessa di quinta superiore, e proveniva da una famiglia di modesta estrazione sociale. Quella drammatica sera finì al pronto soccorso dell’ospedale di Mar del Plata abbandonata all’ingresso dai due assassini.
I ragazzi avevano provato a fingere che si trattasse di un’overdose. Per i medici non c’è nulla da fare, la ragazza muore dopo alcuni tentativi di rianimazione. La speranza dei due assassini era quella che la vicenda venisse derubricata come “un’altra morte di una tossicodipendente sbandata”.
Eppure l’esame medico che è stato effettuato sul corpo della ragazza ha messo in luce ben altra verità. La giovane è stata infatti vittime di brutali stupri, oltre che torture con oggetti contundenti nelle parti intime, al punto da procurarle la morte.
Una vicenda di una violenza spaventosa, ancora più se si pensa al lavoro fatto dai suoi carnefici, che prima di trasportarla in ospedale e scaricarla davanti all’ingresso le hanno lavato il sangue di dosso e tolto gli abiti puliti.
I primi due sospettati avevano 23 e 41 anni. A loro si unisce un terzo, accusato solo di favoreggiamento. L’accusa parla di uno stupro dopo che la ragazzina sarebbe stata attratta in casa di uno dei due per via della sua tossicodipendenza. Mentre secondo la versione della difesa, un rapporto sadomaso consenziente finito male.
La conclusione dei giudici è sconvolgente e, nonostante le proteste accese in tutto il Paese, dà ragione alla difesa. Insomma, per la morte della giovane l’unica da incolpare è la giovane stessa.
Per molti invece l’unica dignità calpestata dai giudici è proprio quella della donna. Uccidendola in questo modo per due volte.
La prima, materialmente. La seconda, assolvendo i suoi assassini, che dopo avere dato cocaina a un’adolescente ne hanno abusato fino ad ucciderla.
Giovanni Bernardi
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