Armida Barelli (1882-1952) è più vicina alla beatificazione. È arrivata l’autorizzazione da parte di papa Francesco alla promulgazione del decreto da parte della Congregazione delle Cause dei Santi.
La Santa Sede ha infatti riconosciuto il primo miracolo avvenuto per l’intercessione della militante laica di Azione Cattolica e Gioventù Francescana.
L’annuncio è stato accolto “con grande gioia e gratitudine per il Pontefice” dal Comitato di beatificazione e canonizzazione di Armida Barelli, insieme a tante persone che in Italia e nel mondo la ricordano e mantengono viva la sua eredità. Il Comitato riunisce tre delle realtà che la prossima beata ha contribuito a fondare con la sua incessante attività di apostolato a favore della Chiesa e della società italiana: l’Azione Cattolica Italiana (ACI), l’Istituto secolare delle Missionarie della Regalità di Cristo (ISM) e l’Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC).
Il miracolo attribuito all’intercessione di Armida Barelli è avvenuto a Prato. Il 5 maggio 1989, Alice Maggini, 65 anni, fu investita da un camion mentre viaggiava in bicicletta riportando una forte commozione cerebrale. I medici avevano previsto gravi conseguenze di tipo neurologico. È stato allora che la famiglia della signora ha invocato l’intercessione della Serva di Dio: in modo scientificamente inspiegabile, la signora Maggini si è ripresa completamente e, senza aver riportato conseguenze, ha continuato la sua vita in totale autonomia fino alla morte avvenuta nel 2012.
Il Comitato auspica che “il cammino di santità vissuto e testimoniato da Armida Barelli, a partire da una incrollabile fede nel Sacro Cuore, possa essere di esempio e di incoraggiamento per tutti coloro che nella vita associativa, nell’impegno di consacrazione nel mondo e nell’attività culturale e accademica cercano ogni giorno di contribuire alla manifestazione del regno di Dio”, si legge in una nota del Comitato di beatificazione e canonizzazione di Armida Barelli.
“Con la sua intensa vita spirituale e l’instancabile attività organizzativa ha precorso i tempi contribuendo ad aprire strade nuove per il ruolo della donna nella vita della Chiesa e della società – conclude la nota del Comitato –. Docile all’azione dello Spirito Santo ha saputo affrontare con straordinario coraggio sfide nuove e sostenere opere profetiche che ancora oggi si rivelano ricche di frutti pastorali, sociali e culturali”.
Armida Barelli nasce a Milano il 1° dicembre 1882 da una famiglia borghese e studia in un collegio svizzero. Tornata a Milano, si dedica ai ragazzi abbandonati e poveri, poi conosce padre Agostino Gemelli, che la introduce negli ambienti dove lei stessa realizzerà il suo cammino di santificazione: Azione Cattolica, Istituto Secolare Missionarie della Regalità, Università Cattolica del Sacro Cuore, Opera della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo.
Nel 1918, su incarico del cardinale Andrea Carlo Ferrari, la Barelli fonda la Gioventù Femminile cattolica milanese. Pur sentendosi inizialmente inadeguata, la venerabile prende in consegna la formazione catechetica delle ragazze, uno dei cui scopi è arginare la montante propaganda marxista. Una missione, che, poco tempo dopo, diventerà nazionale: sarà infatti papa Benedetto XV ad attribuirle l’incarico “non come maestra tra allieve, ma come sorella tra sorelle” in tutta Italia. L’obiettivo è quello risvegliare la coscienza cristiana nelle giovani italiane, facendo loro riscoprire la dignità di donne.
Nel 1919, insieme a padre Gemelli, fonda l’Istituto Secolare delle Missionarie della Regalità di Cristo e l’Opera della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo per la diffusione della liturgia. Fonda case di spiritualità nei più importanti luoghi francescani e promuove una vasta opera di formazione spirituale e di discernimento vocazionale.
Nel 1921, è tra i cofondatori dell’Università cattolica del Sacro Cuore, di cui diventa l’economa. È proprio Armida Barelli ad intitolarla al Sacro Cuore, diventandone uno dei principali animatori, specie attraverso eventi come l’annuale Giornata per l’Università Cattolica.
Anche dopo la fine della guerra, Armida Barelli, ormai attempata, continua la sua opera di formazione delle giovani donne. Con l’avvento del suffragio universale diventa una pioniera della partecipazione femminile alla sfera politica, attraverso apposite iniziative di formazione. Nel frattempo, continua a partecipare ai congressi della Gioventù Francescana. Fortemente francescano era infatti il nucleo della sua spiritualità che seppe innestare provvidenzialmente nel carisma dell’Azione Cattolica.
Nel 1946, la Barelli viene nominata vicepresidente dell’Azione Cattolica da papa Pio XII. Nel 1949, si ammala di paralisi bulbare, che la porterà alla morte, avvenuta nel giorno dell’Assunzione di Maria, il 15 agosto 1952, a Marzio (Varese). Poco prima di spirare, scrive: “Accetto la morte, quella qualsiasi che il Signore vorrà, in piena adesione al volere divino”. È sepolta dal 1953 nella cripta della cappella dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano.
[L.M.]
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