Ultimamente in alcuni ambienti di Roma, ma anche nelle Marche (dalle parti di Ascoli) per finire a Milano, alcuni gruppi di religiosi invocano la benedizione di un uomo che dice di ricevere le apparizioni della Madonna. Secondo i racconti di questo sedicente veggente la Madre Celeste gli si presenta solitamente vestita di bianco su un grande giglio circondato da una corona di spine. Quest’uomo giovane, dal fisico asciutto e dai tratti mediorientali sostiene anche di aver ricevuto il dono di concedere grazie.
Per il momento la Chiesa non si è espressa né in favore né contro l’attività di questo santone che promette miracoli in giro per l’Italia. Eppure la sua attività è fervente, su Facebook il suo gruppo di ammiratori della Madonna sul giglio tra le spine (Armalis) condivide delle novene alla Madonna e propone pellegrinaggi a Lourdes. Fin qui tutto normale, ma poi ci sono quelle immagini dell’olio grondante sia dall’immagine sacra della Beata Vergine che dalle mani del Santone, un olio che stando a quanto affermato sul sito avrebbe proprietà miracolose.
C’è chi giustamente diffida delle proprietà miracolose dell’olio e dei doni del santone, ma le testimonianze di guarigioni miracolose e di gente che dopo essere stata unta prova una sensazione di pace e stupore aumentano con il passare dei giorni. Di cosa si tratterà? Credulità popolare? Suggestione? Ai dubbi leciti sulle proprietà dell’ “Olio Santo” si aggiungono quelli legati alle cerimonie officiate da quest’uomo (un laico) in cui benedice e consacra delle suore: un video pubblicato su Youtube mostra delle suore in ginocchio che prima vengono unte con l’olio e poi adornate in capo con una corona di spine.
A questo punto le domande si sommano, come può un laico consacrare dei religiosi? A cosa servono le corone di spine? Ma sopratutto come mai dei religiosi si affidano ad un santone? Com’è possibile che queste cerimonie si svolgano all’interno di chiese consacrate? A quest’ultima domanda si può rispondere tenendo presente che le cerimonie vengono permesse dal sacerdote africano mandato dalla Curia romana nella diocesi di Ascoli tre anni or sono, ma questo non risolve il rebus del perché la Chiesa non sia ancora intervenuta a riguardo.
Il dubbio, lecito, è che si tratti di un raggiro ben organizzato: se da un lato ci sono le famiglie di giovani ragazze che si lamentano sostenendo che le loro care siano vittime di un lavaggio del cervello, dall’altro c’è da sottolineare come il santone ed i suoi chiedano gioielli alle nuove adepte, teoricamente per distruggere i simboli del peccato. A questo si aggiunga anche il fatto che vengono chiesti contributi tramite il sito internet (con tanto di iban) ed ecco che il quadro della situazione risulta inquietante e periglioso.