Arriva la Sentenza che Smonta la Scandalosa Accusa, ma i Nonni non ci sono più..

mani-vecchio-e-bambino

Il nostro è un paese davvero strano soprattutto quando si parla di giustizia vengono liberati pluriomicidi che escono di prigione e tornano ad ammazzare, si liberano persone pericolose che continuano a delinquere, si danno permessi a chi poi ne approfitta per scappare e non tornare in carcere  poi invece non si permette a dei nonni di vedere la nipotina a causa di un’accusa che è stata smontata da una sentenza di assoluzione piena.

Vogliamo presentarvi il caso dei coniugi Nevi  a cui è stato impedito per ben dodici anni di vedere la nipotina Carolina( nome di fantasia) a cui erano molto legati, tutto ha inizio nel 2002 a Bussoleno un paesino in provincia di Torino il figlio Carlo ( nome di fantasia ) sposato felicemente dal 1996 e padre di Carolina che nacque nel 1997.  La coppia abitava vicino alla casa dei nonni paterni tutto sembrava procedere bene quando improvvisamente la mamma di Carolina  a maggio del 2002 chiede la separazione e fin qui niente di strano ma la situazione precipita a giugno dello stesso anno quando la direttrice della scuola materna di Carolina sporge  denuncia nei confronti di Carlo per presunti abusi sessuali.

Fu aperto immediatamente un procedimento penale per violenza sessuale nei  suoi confronti  gli fu tolta la patria potestà dopo esplicita richiesta della moglie.  Il tribunale accolse la domanda della donna è affidò la bimba alla custodia dei nonni materni consentendo solo alla mamma di poterla vedere liberamente possibilità negata a tutti gli altri parenti. Paolo e Franca Nevi ritenendo ingiusto il provvedimento che gli vietava di vedere la loro nipote si sono rivolti al tribunale dei minori per avere la possibilità di incontrare la nipote tanto amata. Di fronte a un parere favorevole della procura della repubblica nel febbraio del 2003 i servizi sociali incaricati dal tribunale avrebbero dovuto provvedere a programmare degli incontri periodici che li aiutassero a riallacciare i rapporti con la stessa. Gli incontri con gli assistenti sociali e gli psicologi programmati sono stati effettuati  ma di vedere la bambina non se ne parla, così dopo molte sollecitazioni da parte dei due il tribunale dopo ben 4 anni dall’inizio della vicenda dispone degli incontri periodici con la minore precisamente ogni 15 giorni sempre alla presenza degli assistenti sociali e gli psicologi, incontri tra l’altro mai avvenuti.

Ma l’odissea che sembrava terminata in realtà ricomincia infatti il 1 giugno del 2006 la psicologa che seguiva Carolina chiese al tribunale dei minori di sospendere ogni possibilità di incontro con i nonni paterni. Secondo la psicologa, Carolina avrebbe manifestato un sentimento d’angoscia all’idea di rivederli, associandoli alla figura del padre, andando in contrasto con una precedente relazione favorevole al fatto che i nonni in questione incontrassero la nipote. Un’altro fatto importante è accaduto pochi giorni dopo come ci spiega l’avvocato Massano rappresentante legale dei due anziani coniugi  «Si tratta – spiega Massano – di una sentenza divenuta quasi da subito definitiva, perché all’epoca nemmeno l’accusa ha voluto presentare ricorso in appello» Ma paradosso dei paradossi viene riconsegnata immediatamente  la patria potestà a Carlo padre della bambina vista la sentenza definitiva in quanto la controparte non ha fatto ricorso in appello, mentre ai nonni viene confermato il divieto di incontrare la nipotina.

L’amore per la nipote è più forte di tutto Paolo e Franca decidono di ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo che si è pronunciata il 20 gennaio scorso dando ragione ai coniugi e condannando lo stato italiano a un risarcimento di 16,000 euro per violazione dell’articolo 8 della convenzione dei diritti umani e condannando per gravi negligenze le autorità competenti  «le autorità non hanno mai fatto gli sforzi necessari per salvaguardare i legami familiari, e non hanno agito con la diligenza richiesta. La Corte sottolinea al riguardo che sono dovuti trascorrere tre anni (2002-dicembre 2005) prima che il tribunale dei minori di Torino si pronunciasse sulla richiesta dei nonni di incontrare la nipote, e che la decisione dello stesso tribunale, che accordava loro il diritto di vedere la bimba, non è mai stata eseguita dai servizi sociali» L’ingiustizia perpetrata non è mai stata cancellata perchè purtroppo la sentenza della corte europea è arrivata tardi infatti i coniugi Nevi sono entrambi deceduti nel 2014 uno a settembre e uno a dicembre, quindi purtroppo non hanno fatto in tempo a gioire della stessa. Questi due nonni sono deceduti anche a causa dell’angusta vicenda  che li ha visti protagonisti certamente questo dolore che si portavano appresso ha influito, la sfinitezza ha preso il sopravvento insieme alla grande sofferenza  che li ha logorati . Io mi chiedo come sia mai possibile che queste cose accadono proprio in Italia due nonni sono stati privati della presenza della loro nipotina per anni 12 e sono morti senza che il loro unico desiderio si realizzasse per colpa di persone incompetenti che invece di aiutare e sostenere  visto che questo è il loro compito distruggono famiglie e affetti come se niente fosse, l’unica cosa che ci viene da dire è Vergogna.

Gestione cookie