L’Ascensione, come la Santa Pasqua, è una festa mobile. La sua ricorrenza dipende, infatti, proprio dalla Pasqua e la segue di 40 giorni.
Definisce il momento in cui Gesù, dopo le apparizioni seguenti la sua resurrezione, sale, ascende, in Corpo e Spirito al cielo, per riunirsi al Padre. Questo è l’ultimo episodio della vita terrena di Cristo e sottolinea l’essenza umana e, nel contempo, divina di Gesù.
Ascensione: Gesù è vero Dio e vero Uomo
“Egli si mostrò ad essi (agli Apostoli) vivo, dopo la sua Passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio (…). Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n’andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: “Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo”. Ciò è scritto negli Atti degli apostoli.
Ascensione: la conferma della promessa
Questo passo ci svela che l’Ascensione di Cristo avvenne sotto gli occhi degli Apostoli e che accadde in Galilea, probabilmente al Monte degli ulivi. Inoltre, conferma la promessa di tornare alla fine dei tempi e, soprattutto, che non ci lascerà mai soli nel nostro arduo cammino. “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,16-20).
Oggi, il luogo dove avvennero i fatti è definito il Monte dell’Ascensione ed è sacro. Vi sorge un Santuario, che conserva la roccia su cui è possibile scorgere l’orma del piede destro, che Gesù poggiò nel momento in cui si staccò da terra.
La particolare Ascensione dei fratelli ortodossi
Calcolando 40 giorni esatti dalla Pasqua, l’Ascensione cade nella settimana successiva alla VI Domenica di Pasqua. In molti Paesi, Italia compresa, la Chiesa ne posticipa la celebrazione alla domenica successiva, per rafforzarne la solennità.
Gli ortodossi sottolineano il duplice significato della parola “Ascensione”, col termine “Analepsis” (salire su) e col temine “Episozomene” (salvezza), poiché Gesù, salendo al cielo, ha portato a termine il disegno di redenzione di Dio. Questi cominciano le celebrazioni con una notte di veglia, dalla vigilia, con la recita dei Vespri, a cui seguono le preghiere mattutine. Quel giorno è considerato l’ultimo della festa di Pasqua.
Seguono, poi, 8 giorni di festeggiamenti. La domenica seguente il giorno dell’Ascensione è dedicata ai Padri della Chiesa del Concilio di Nicea (anno 325), in ricordo del fatto che essi formularono il Credo in cui si recita: “… è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine”. I festeggiamenti per l’Ascensione degli ortodossi terminano il venerdì prima di Pentecoste; il sabato commemorano i defunti.
Antonella Sanicanti
Segui tutte le nostre News anche attraverso il nuovo servizio di Google News, CLICCA QUI
© Riproduzione riservata