Due si conoscono da tempo, mentre un terzo è stato scoperto recentemente dopo 8 secoli.
San Francesco è considerato il Santo che ha cambiato per sempre la predicazione del Vangelo e il modo di vivere il Verbo. La sua grande devozione verso Dio lo condusse a rinunciare a tutti i suoi averi per abbracciare una vita umile e di devozione verso il prossimo, specialmente chi soffriva ed era i condizioni economiche disagiate. Proprio la sua scelta di vita, antitetica a quella delle persone del suo rango, lo rese obiettivo prediletto del demonio. Sono famosi infatti i racconti attraverso i quali si tramandano i terribili attacchi che il Santo di Assisi dovette subire nel corso della sua vita, uno di questi, avvenuto a Roma, lo mise in pericolo di vita.
Umile, sempre disposto ad accogliere l’altro e mai timoroso degli attacchi, il patrono d’Italia resistette al demonio, divenendone la principale nemesi. Prima in vita, quando grazie all’intercessione di Dio liberava le anime dal suo giogo con gli esorcismi, e successivamente dopo la morte: secondo la tradizione, infatti, proprio San Francesco d’Assisi prese il posto di un angelo caduto a causa della superbia (chiaramente si tratta di Lucifero). Probabilmente proprio per via di questa tradizione negli affreschi che adornano la Basilica superiore di Assisi (luogo in cui si trovano i resti del santo) attribuiti alla mano di Giotto, vi si trovano raffigurazioni del demonio.
Il primo affresco attribuito a Giotto, in cui vengono raffigurati i demoni è ‘La cacciata dei diavoli da Arezzo‘. Il dipinto fa riferimento ad un racconto narrato nella Legenda Maior, in cui San Francesco caccia i demoni gridando loro di andare via in nome di Dio. La raffigurazione del diavolo la si trova anche ne ‘La morte di San Francesco‘ (anch’esso attribuito a Giotto). Qui il volto del diavolo si trova di traverso in mezzo alle nuvole, probabile che sia un riferimento alla legenda che vuole il Santo seduto al porto di Lucifero in Paradiso.
Recentemente una terza raffigurazione del diavolo è stata trovata in un’altro affresco di Giotto. Quello che narra l’incontro tra San Francesco ed il sultano Maleek el-Kamil. A trovarlo è stato l’arcivescovo di Benevento, Felice Accrocca, in compagnia fra Carlo Bottero. I due religiosi hanno condiviso la loro scoperta in un articolo pubblicato sulla rivista ‘San Francesco’.
In questo caso il diavolo non ha le tipiche fattezze immonde, ma assume la forma di un drago all’interno del fuoco alla sinistra del Santo. Come i più sapranno, infatti, nelle raffigurazioni medievali il diavolo è spesso rappresentato sotto forma di drago. Per quale motivo nella rappresentazione del primo incontro tra cristiani e musulmani viene rappresentato il diavolo?
Al momento non esiste un’opinione critica ufficiale o una posizione di teologi a riguardo (e come potrebbe dato che è stato scoperto solo adesso). Probabilmente il fuoco rappresenta l’odio tra cristiani e musulmani. Il drago/diavolo presente all’interno ne fomenta lo scontro.
L’aver messo da parte il fuoco alimentato dal diavolo, potrebbe significare che San Francesco, illuminato dall’esempio di Gesù, fosse riuscito a far prevalere la fratellanza e l’amore sull’odio e la voglia di conquista e sopraffazione che caratterizzava le crociate. D’altronde, proprio l’incontro tra questi due, portò ad una tregua che risparmiò molte vite.
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Luca Scapatello
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