Amata insegnante muore a causa trombosi. L’esposto dei famigliari non è un attacco alla campagna vaccinale ma è per fare chiarezza.
La docente aveva, da poco, ricevuto la prima dose del vaccino contro il Covid. Ma qualcosa non è andato come doveva ed è stata ricoverata al Policlinico. La sua storia ha colpito l’intera città. Il dolore della sua famiglia: “Chiarimenti, ma vaccinatevi”.
Un altro nome va ad affiancarsi a coloro che, dopo aver ricevuto la dose di vaccino Astrazeneca contro il Covid, hanno perso la vita. E, ancora una volta, a causa di una trombosi. Lei si chiamava Augusta Turiaco, aveva 55 anni ed era una docente di musica in una scuola media della città di Messina.
Augusta è morta al Policlinico: da giorni era tenuta in coma dai medici della Rianimazione del nosocomio nel disperato tentativo di salvarle la vita. L’11 marzo aveva ricevuto la prima dose di vaccino, ma da già da quel giorno c’era qualcosa che non andava. Quel mal di testa persistente che si è, ben presto, trasformato in altro, con una trombosi diffusa.
La Procura della città ha aperto un’inchiesta sulla tragica morte della docente e l’avvocato che assiste la sua famiglia ha depositato un lungo esposto-denuncia in cui ricostruisce tutta la vicenda. Un esposto che è stato inviato, anche, al Premier Draghi, al Ministero della Salute e ad altri ministeri, all’Aifa e all’Istituto Superiore di Sanità.
L’avvocato della famiglia, inoltre, “chiarisce che il presente esposto non costituisce un attacco alla campagna vaccinale, ritenuta necessaria e indispensabile, ma rappresenta un segnale di allarme, una richiesta di indagini, di chiarimenti e di approfondimenti, di verità in un momento di grande apprensione e confusione sociale” – scrive.
Ma, allo stesso tempo, in nome dei familiari, l’avvocato chiede ai magistrati di conoscere la verità sulla morte della loro congiunta: “L’ottimale stato di salute della Signora Turiaco, l’assenza di patologie pregresse e la carenza di genetica predisposizione alle trombofilie, il brevissimo lasso temporale intercorso tra la somministrazione del vaccino e la comparsa dei primi malesseri, nonché il repentino aggravamento del quadro clinico, rappresentano indizi “gravi, precisi e concordanti” tali da indurre a richiedere indagini giudiziarie circa l’esistenza di un nesso causale tra l’inoculazione del vaccino e le patologie insorte…”.
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Augusta, come la ricordano i suoi familiari, “era una donna straordinaria nella sua normalità che ha trascorso la sua vita prima tra le sale di concerto e poi tra i banchi di scuola come insegnante. Cittadina e donna onesta, nelle scorse settimane si era sottoposta con entusiasmo alla campagna vaccinale, salvo poi vedersi coinvolta in un incubo che ha avuto purtroppo esito infausto”.
Una vicenda sulla quale occorre, subito, fare chiarezza e conoscere la verità, per dare a questa famiglia distrutta dal dolore, una risposta alla luce dei fatti.
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ROSALIA GIGLIANO
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