L’attentato a Strasburgo ha riportato il terrore nelle città francesi, l’arcivescovo della città invita i cittadini e la nazione a ripartire affidandosi alla speranza.
Ancora una volta la Francia è stata colpita da un attentato terroristico di matrice islamica: ieri sera un cittadino francese di origine nord africana, Cherif Chekatt (29 anni), ha sparato tra la folla presenta al famosissimo mercatino di Natale della città transalpina, uccidendo 3 persone e ferendone 10 (tra questi c’è pure il giornalista italiano Antonio Megalizzi). La sparatoria ha attirato sul luogo alcuni agenti, i quali hanno ingaggiato uno scontro a fuoco con l’attentatore che pare sia stato ferito.
In seguito allo scontro a fuoco con i gendarmi, Cherif si è dato alla fuga e nonostante i tentativi della polizia francese di blindare il centro storico di Strasburgo e riuscito nell’intento. In questo momento ci sono circa 400 poliziotti alla ricerca del killer ed il livello d’allerta delle città francesi è stato innalzato al massimo livello. Secondo quanto riferito dalla stampa francese, il ragazzo si era radicalizzato dopo essere stato recluso in carcere ed era anche stato segnalato come soggetto potenzialmente pericoloso. Non è chiaro, però, se l’attentato di ieri fosse stato progettato con l’Isis o semplice frutto di una iniziativa personale.
Attentato di Strasburgo: i cittadini si uniscono nel ricordo, l’arcivescovo si sprona ad affidarsi alla speranza
Il giorno successivo all’attentato, i cittadini francesi sono scesi in piazza per accendere un cero, posizionare un mazzo di fiori o un messaggio in memoria delle vittime. Nel luogo dell’attentato si legge anche una scritta significativa su un foglio di carta “Tutta la Francia è unita contro le barbarie”, dimostrazione di come i francesi siano coesi nei momenti di difficoltà e non vogliano cedere al ricatto del terrorismo. In tal senso vanno lette anche le parole che l’arcivescovo di Strasburgo monsignor Luc Ravel ha consegnato questa mattina a ‘Vatican News‘. Il vescovo, infatti, esorta fedeli e non a superare il dolore e combattere la violenza con la speranza: “Penso che sia molto importante ripetere che il messaggio della Bibbia tiene in conto questa violenza – sia essa sociale, personale, di rabbia, assassina e via dicendo – non per giustificarla e ancor meno per avallarla, ma per introdurre al cuore di questa violenza una speranza veramente straordinaria”.
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Luca Scapatello