Che il demonio esista e sia particolarmente attivo in questi ultimi tempi è una verità incontrovertibile, la sua presenza attiva è confermata anche dai discorsi dei Papi. Pensiamo a Giovanni Paolo II che ha fatto ben 111 discorsi sul demonio, lo stesso Benedetto XVI ha in numerose circostanze nominato il diavolo. Sulla stessa riga dei predecessori Francesco ma forse con ancora più forza ci mette in guardia sul tentativo del divisore per eccellenza di mettere discordia anche e soprattutto all’interno della Chiesa di Dio. Le sue parole risuonano inequivocabili Il diavolo, diá-ballo, è alla lettera colui che divide, che provoca confusione. Anche Gesù ha detto che dobbiamo avere paura di questo. Però senza lasciarci condizionare» Attenzione quindi alla sua logica di creare fazioni e partiti contrarie di non permettere allo Spirito santo di agire e di operare liberamente.
Riprendiamo da Avvenire le parole dell’arcivescovo di Vienna, il cardinale Christoph Schönborn che non ha esitato a chiamare con il loro nome i tentativi di minare il processo sinodale in corso.
Tentativi orchestrati da certe consorterie avvezze a distorcere con letture pregiudiziali e viziate gli eventi per demolire il Custode della fede e impedire la comunione tra i pastori riuniti in assemblea cum e sub Petro. Come quello di chi da fuori ha voluto rappresentare le differenze di visioni e di sensibilità geoculturali presenti al Sinodo come il frutto di una contrapposizione tra un Occidente lassista e un’Africa con pastori più fedeli alla dottrina in materie come la comunione ai divorziati risposati o l’omosessualità. E di conseguenza presentare questi vescovi come fautori di un blocco riluttante all’avanzamento dei lavori sinodali.
Ma ieri, nel corso del briefing quotidiano in Sala Stampa, proprio l’arcivescovo di Accra in Ghana, Gabriel Chrales Palmer-Buckle, a nome dell’episcopato africano, ha tagliato corto con chi domandava se l’Africa stesse bloccando i lavori dell’assemblea. «Qui non s’intende bloccare nessuno, ma lavorare collegialmente per il bene della Chiesa».
C’è stata la risposta anche del cardinale Edoardo Menichelli che non ha fatto che ribadire come l’assemblea sia un «Sinodo di popolo frutto del contributo di tutte le diocesi del mondo» con «un testo su cui ragionare, l’Instrumentum laboris, che descrive la fenomenologia attuale della famiglia non solo in contesto europeo ma universale» e che «permette di conoscere la vita delle persone, delle famiglie nei diversi contesti e di come si relaziona la Chiesa al riguardo». La logica del complotto, l’«ermeneutica cospirativa» dalla quale il Papa mette in guardia, non distorce soltanto la realtà.
«È curioso che di quell’uomo qui non si dice il nome» ha detto papa Papa Francesco nella Messa mattutina di ieri celebrata a Santa Marta prendendo spunto dalle letture del giorno riguardanti un passo evangelico nel quale si fa riferimento ai malvagi. «Di quelli che seminano il male, nel Libro della Memoria di Dio, non c’è nome: è un malvagio, è un truffatore, è uno sfruttatore… Non hanno nome, soltanto hanno aggettivi… E cosa dice il Salmo sui malvagi? Pula che il vento disperde. Perché il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina».
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