Arriva dagli esorcisti il grido di allarme sulle catene di preghiere che invadono ormai i social. Basta! Smettiamola di cascarci! Smettiamola di dire: “Ma in fondo che male fa?”, nascondendo la stupida superstizione di pensare che se la mando come richiesto qualcosa si avvera. Basta con il buonismo di dire che tanto è pur sempre una preghiera che si chiede. No! E sono due le cose importanti da eliminare: la superstizione nei nostri cuori e l’idea che una preghiera è una preghiera e va bene così. Altrimenti facciamo solo il gioco del demonio e i pericoli che si corrono sono molti e molto sottili, ma gravi.
Se siamo veri, autentici cristiani, umili e volenterosi seguaci di Cristo Gesù, dobbiamo comportarci come Lui stesso ci ha insegnato: semplicemente, ma, come ci ripete la Madonna, con il cuore aperto a Cristo e non alle cose e alle falsità del mondo. E’ vero, le catene, che una volta si chiamavano di Sant’Antonio e che erano una pratica diffusa all?inizio benignamente per ottenere grazie e far pregare tre AveMaria a dei santi protettori, senza minacce di alcun genere né falsità di informazioni, esistono da lungo tempo. Con l’avvento di Internet e dei cellulari, pur essendo vietate, hanno incominciato a diffondersi. Molto spesso tra l’altro con una intenzione malefica: se non condividi ti succederà questo o quell’altro. Intenzioni malefiche che si sono poi trasformate in chiare superstizioni: tra due ore ti accadrà qualcosa di stupendo!
Spesso sono richieste di preghiere per bambini o per disgrazie e calamità grandi e quindi chi rifiuta di trasmettere una richiesta di preghiera e di moltiplicarla, se è cosa buona? Già, ma non è così che funziona per chi ha una vera fede. Dicevamo che queste catene alimentano la superstizione. Sì, perché sotto sotto vorremmo tanto la bacchetta magica che ci risolve i problemi. Non pensiamo che i problemi spesso sono causa dei nostri peccati. Non pensiamo che persino Gesù innocente e Dio ha sofferto come noi. Non pensiamo che l’unico aiuto soprannaturale vero ci può venire soltanto da Dio, con amore e non con maledizioni. Ma il demonio sa bene che nelle nostre menti e anche spesso nei nostri cuori alberga la superstizione al posto dell’amore e dell’umiltà, e quindi si diverte a farci cascare nella trappola. Trappola che in certi casi può essere davvero nefasta.
Il danno maggiore però, è quello di banalizzare la preghiera, che non è un atto di richiesta o di bontà fatto per apparire belli bravi e buoni agli occhi di Dio, ma deve essere una lode umile profonda e sincera a Dio per ogni cosa che abbiamo, buona o cattiva che ci appaia.
Allora, attenzione alle catene. Se vi arrivano, cancellatele subito, dagli email e da qualsiasi chat o social, e non perdete l’occasione di ricordarvi che dobbiamo affinare e aumentare la nostra fede con la preghiera, soprattutto quella del cuore, quella del dialogo di amore e di lode con il nostro Dio. Sì, certo, preghiamo per tutti, ma preghiamo con l’offerta di noi stessi, con il tempo necessario, con lo stesso amore che Gesù e Maria con lo Spirito Santo mettono nei nostri cuori. E ricordiamo: l’unica valida “catena” di preghiera è la corona del rosario!
Shamaysan
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