Atteso l’incontro tra i due | Con la speranza di scongiurare la guerra

Spirano purtroppo nuovamente venti di guerra, eppure la forza e il desiderio della pace potrebbero essere più grandi del male. A tal proposito, c’è più di un’iniziativa che la Chiesa potrebbe mettere in campo. 

La preoccupazione è forte infatti anche all’interno della Santa sede, e proprio a tal proposito il Papa ha chiesto una giornata di preghiera per la pace, ma c’è anche dell’altro sul tavolo.

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La crisi tra Russia e Ucraina è purtroppo a un passo dall’esplodere, con tutte le conseguenza che potrebbe provocare al resto dei Paesi del mondo. Dopo l’annessione della Crimea, l’intervento nella guerra civile siriana e il supporto ai separatisti filorussi nel Donbass, Putin continua a creare tensione nell’area, e con l’innesco della crisi ucraina la Russia punta ad ottenere quanto più possibile dal punto di vista geostrategico.

La speranza della pace parte dal Vaticano

Tuttavia, al momento una vera e propria invasione russa in Ucraina, per quanto sia un rischio dalle proporzioni enormi, è considerata un’eventualità da escludere. Dal Vaticano continuano gli appelli alla pace, che però potrebbero precedere anche un impegno molto concreto dal punto di vista diplomatico sul campo. “Facciamo nostra questa richiesta. La preghiera, se fatta con sincerità, è potente. Credo molto nella forza di una preghiera che trasformi l’angoscia in affidamento”, ha affermato in un’intervista a Repubblica padre Paolo Pezzi, 61 anni, missionario della Fraternità San Carlo.

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Lo scorso aprile il presidente ucraino Volodimir Zelenskij aveva affermato che la Santa Sede potrebbe essere il luogo ideale per dialogare e giungere all’obbiettivo della pace. Una strada che è certamente dura, ma possibile, afferma il missionario. “Anche se è una strada non facile da percorrere, l’ipotesi non è assolutamente astratta. Basta ricorda che cosa ha fatto il Papa e che cosa ha fatto la Santa Sede per incrementare i processi di pace, ad esempio in Sud Sudan, quando ha invitato i due leader del Paese in Vaticano e, rompendo il protocollo, ha baciato loro i piedi. O quanto ha fatto per il Centrafrica, l’incontro in Vaticano con Shimon Peres e Abu Mazen, il lavoro per la fine del conflitto in Colombia“.

La situazione è complicata ma c’è bisogno di affidarsi a Dio

Certamente la situazione continua ad essere molto complicata, in quanto i rapporti fra Russia e Ucraina sono piuttosto tesi. Prima di un incontro tra i leader dei due Paesi ci sarebbe bisogno di molta chiarezza. Ma per molti la pace è possibile, “magari allargando le trattative alla mediazione vaticana”, commenta realisticamente il missionario. Papa Francesco ha persino affermato, tornando dalla Grecia, di essere “disposto sempre ad andare a Mosca”. L’intenzione sarebbe quella di incontrare il patriarca Kirill della Chiesa russa ortodossa.

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L’arcivescovo cattolico di Mosca Paolo Pezzi – photo web source

“La venuta del Papa a Mosca sarebbe per noi molto bella”, ha commentato padre Pezzi. “Penso che sarebbe molto gradita anche dal popolo russo e dalla Chiesa ortodossa, ma credo anche che in questo momento la congiuntura internazionale non permette questo viaggio. In futuro chissà”. In ogni caso, è fortemente necessario l’affidamento a Dio di fronte al male. “La prima cosa che voglio dire è che sento molto forte l’angoscia dei popoli implicati. C’è tremore ed anche paura per quanto potrà avvenire”, ha concluso il missionario.

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“Dico anche però che occorre avere molta fiducia e, nello stesso tempo, fare proprio un affidamento sereno e, oserei dire lieto, a Dio perché anche quando il male e l’odio sembrano trionfare, questi non hanno l’ultima parola. Anche il male può sempre essere trasformato in bene”.

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