Un attacco blasfemo ad un’immagine sacra e, ancora una volta, in Veneto. A denunciare il vergognoso atto, è il sindaco di Pieve del Grappa.
Un gesto che ha fatto vergognare l’intera comunità, tanto da portare la denuncia dell’atto anche sui social.
“Si tratta di un gesto blasfemo. Si deve vergognare sia chi l’ha compiuto, sia chi ha fatto quella foto: hanno violato oltre al lockdown anche il divieto di accesso al Sacrario” – ha denunciato con forza il sindaco di Pieve del Grappa, dopo il secondo attacco, nel giro di 8 giorni, ad un’immagine sacra presente nel suo territorio.
Un attacco ignobile che non è stato accettato dall’intera comunità di Pieve del Grappa ma anche tutti coloro che sono cristiani. Alcuni giovani, infatti, hanno postato sui social la foto della loro ultima bravata, ovvero quella di aver posto, fra le dita del Bambino Gesù in braccio alla Vergine, una sigaretta. Qualche giorno fa, invece, altri ragazzi erano scesi, con lo snowboard, lungo la Via Eroica che costeggia il Sacrario, facendolo diventare una pista da sci.
“Sono sfinita nel commentare questo tipo di episodi. Siamo in pieno lockdown, il Sacrario è chiuso con tanto di cartelli di divieto di accesso sistemati in ognuna delle varie entrate. Nonostante questo però ci sono dei fenomeni che violano i divieti, salgono al Sacrario e profanano un luogo doppiamente sacro” – commenta, con forza, ma anche con dolore la sindaca Annalisa Rampin.
Un atto che non ha lasciato indifferenti i cittadini e nemmeno le forze dell’ordine che si sono immediatamente prodigate per individuare gli autori del gesto. “Una persona normale intanto non sarebbe entrata nell’area del Sacrario proprio a causa del divieto, ed eventualmente vista la sigaretta l’avrebbe tolta e magari fatto presente il tutto ai militari” – ha concluso il primo cittadino.
E la cosa più brutta è stata proprio questa: nonostante i divieti, la stupidità di alcuni ragazzi di imbrattare tanto il luogo sacro, quanto l’immagine sacra, non ha avuto né limiti né rispetto.
La condanna del sindaco è stata, immediatamente seguita da quella di tanti suoi concittadini e non, anche via social. Nella speranza che, gesti del genere, non vengano commessi mai più.
ROSALIA GIGLIANO
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