Attacco, ancora una volta, contro i simboli della nostra storia e cultura cristiana. È accaduto in una delle più importanti città del nostro Paese e ne dà notizia il Patriarcato, con grande rammarico.
A Venezia, è stata imbrattata la facciata della Basilica del Redentore. Scritte nere su fondo rosso sono lì apparse.
Ancora ignoti vandali in azione e, sempre a farne le spese, sono le opere d’arte. Questa è stata la volta della Basilica del Redentore a Venezia, sul canale della Giudecca. Nella notte di lunedì, una porzione della facciata è stata dipinta di rosso e, su di essa, sono comparse delle scritte in nero, apparentemente prive di significato, ma molto simili a delle equazioni di matematica.
Gesto con un secondo fine o semplice bravata? È quello che le Forze dell’ordine stanno cercando di capire, anche attraverso i filmati delle telecamere poste su Campo del redentore e inquadranti proprio la facciata deturpata della chiesa, progettato dall’architetto Andrea Palladio nel 1577.
Secondo quanto riferito dal superiore del convento, e riportato dal quotidiano La Repubblica, i vandali sono entrati in azione fra le 22 di domenica sera e le 6 di lunedì mattina. “L’ultimo frate, che non ha notato nulla è passato ieri sera, mentre il primo che se n’è accorto è stato questa mattina, quando già c’era chi commentava il fatto” – ha spiegato al quotidiano Fra Gianfranco, il superiore.
Anche il Patriarcato di Venezia ha fatto sentire la propria voce, con una nota, in merito a quanto accaduto: “[…] Atti vandalici che hanno danneggiato edifici che rivestono un rilevante significato religioso, oltreché storico e culturale, tanto per i veneziani quanto per i visitatori”.
Il Patriarcato fa, nella sua nota, anche riferimento all’atto vandalico che la chiesa di Sant’Antonin a Castello ha subito una settimana prima della Basilica del Redentore: “Spiace dover constatare, in tale caso come in altri simili, la totale mancanza di rispetto che si unisce all’ignoranza e alla grossolanità. Deturpare monumenti e luoghi simbolo, che appartengono alla tradizione culturale e religiosa della città, è prima di tutto un’offesa all’intelligenza propria e, poi, a quella dell’intera città di Venezia risultando, quindi, una ferita inferta alla pacifica e rispettosa convivenza civile” – conclude.
Le indagini proseguono nella speranza di riuscire a dar un volto a chi ha deturpato questa basilica. Le scritte si è provveduto subito a cancellarle. Il ripristino completo della parete vandalizzata, con la rimozione dello strato rosso, non è stato ancora fatto, in attesa dell’inizio delle procedure con la Sovrintendenza.
Questi è solo l’ultimo caso di atto vandalico contro le chiese. Di recente, nel mese di gennaio di quest’anno, scritte blasfeme sono comparse anche sulla facciata del Santuario della Madonna del Castagno a Muggiò, in Brianza, come raccontato dal quotidiano “MilanoToday”. Anche il portone della chiesa è stato imbrattato, poi il tutto pulito e ripristinato dai volontari.
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