Quante forme può avere l’aureola, quanti colori? Quando è stata rappresentata la prima volta? Solo i santi la portano? Ecco le risposte a queste domande.
Cosa simboleggia l’aureola? Il piccolo cerchio luminoso posto, dall’arte, alle figure dei Santi, di Cristo e della Madonna ci è spiegato.
E’ il cerchio luminoso posto intorno al capo di Cristo, dei Santi e della Vergine Maria. Un’introduzione tipica dell’iconografia e dell’arte, simbolo della gloria e della beatitudine, simbolo di luce e di santità ma, soprattutto, simbolo della divinità.
Ma di specifico? “E’ la luce che circonda il corpo, il nimbo è il cerchio di luce che circonda il capo e la combinazione dei due forma la gloria” – scrive l’Enciclopedia.
L’aureola ha origine dalle religioni pre-cristiane. La si ritrova in molti mosaici, in cui “un disco di luce circonda la testa degli dei dell’Olimpo”. Essa compare anche nelle stele funerarie dell’Antica Grecia per esprimere la differenza con chi appartiene al mondo dell’aldilà e su alcune monete, attorno alla testa del personaggio raffigurato.
Tra il II e il III secolo d.C, anche i cristiani incominciarono a utilizzarla: era una sottile linea che circondava la testa, o la testa e il busto, oppure ancora tutta la figura. Dal IV secolo essa è viene adottata ufficialmente nell’iconografia cristiana per designare i personaggi di più elevato livello spirituale: all’inizio solo Gesù, gli Angeli e la Vergine Maria; successivamente anche gli Apostoli e i Santi.
Ma la cristianità cosa ci dice in merito all’uso ed alla sua rappresentazione? Secondo la dottrina cattolica, la Comunione dei Santi è l’unità di Gesù Cristo Dio con gli angeli, a Lui fedeli, e con le anime salvate dopo la separazione dal corpo. Per questo, è detta, anche, “aureola di santità“.
Ci sono delle regole ben precise, anche se non scritte, per la sua rappresentazione figurativa. Vediamole insieme:
Ma c’è da dire che, a partire dal VII secolo d.C., anche le persone ancora in vita che vivevano in odore di santità, o per coloro che attendevano un processo di canonizzazione, era d’uso la loro raffigurazione con un’aureola, ma questa volta di forma quadrata.
Un’ultima particolarità: l’arte raffigura anche l’aureola del senso opposto, ovvero quella del diavolo. Anche Lucifero e Giuda Iscariota, nell’iconografia più complessa, sono rappresentati con un’aureola nera, simbolo della piena malvagità.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: liturgicus.com
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