Nell’Ave o Maria ogni frase ha un suo senso profondo. E’ bene recitarla lentamente, per permettere alle parole di riempirsi di grazia e di significato autentico. Meditiamole insieme seguendo questa piccola riflessione sul testo.
Quando l’Ave, o Maria, diventa automatica, meccanica, non riflettiamo sulle parole che pronunciamo. Ciò toglie valore alle invocazioni rivolte alla Vergine Maria.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del Tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen.
Spesso, ripetiamo meccanicamente l’Ave o Maria, soprattutto durante la recita del Santo Rosario, la più potente preghiera che ci sia mai stata donata per combattere il demonio e le sue tentazioni quotidiane. Ciò accade senza voler mancare di rispetto alla Mamma celeste – lo sappiamo, bene – proprio perché quelle parole fanno ormai parte del nostro “ solito modo di pregare”.
Questa abitudine, questa meccanicità vanno combattute, perché non è la quantità di preghiere che guarda il Signore ma la qualità.
Il santo curato d’Ars diceva “Una sola Ave Maria ben detta fa tremare l’inferno”. Stessa cosa sostenta da San Luigi Maria De Montfort: “L’Ave Maria ben detta (col cuore con attenzione, devozione e modestia), secondo i Santi è il nemico che mette in fuga il diavolo, il martello che lo schiaccia, la santificazione e fecondità nell’anima, la gioia degli angeli, la melodia dei predestinati, il cantico del Nuovo Testamento, la gloria della SS. Trinità, il piacere di Maria, un bacio casto e amoroso che le si dà…. ”
E’ necessario, dunque, cercare di impegnarsi. Riuscire a riflettere pienamente sul significato del testo della preghiera più bella rivolta alla Madonna. Facciamo silenzio, rallentiamo e pensiamo a ciò che stiamo dicendo. Lasciamo che le parole stesse risuonino nel nostro cuore. Ne usciranno pregne di significato, ispirato dal cielo e dalla grazia.
Cerchiamo, di farlo, già da oggi, con l’aiuto del bellissimo testo, commentato da Silvia Neuhold.
Non dire “Ave, o Maria”, se non provi gioia nel sentire la Parola di Dio.
Non dire “Piena di grazia”, se non riconosci i doni che Dio ti ha fatto.
Non dire “il Signore è con te”, se non senti che Dio ti è vicino.
Non dire “benedetto”, se non credi di poter essere santo.
Non dire “Madre di Dio”, se non ti comporti da figlio.
Non dire “prega per noi”, se non ti preoccupi del tuo prossimo.
Non dire “peccatori”, se guardi la pagliuzza nell’occhio del tuo vicino.
Non dire “morte”, se non credi che sia la porta della vita nuova.
Antonella Sanicanti
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