Ma dove e come ha avuto origine la Medaglia miracolosa?
Essa risale al 1830. La sua origine è veramente meravigliosa. Si può dire che questa medaglietta è “miracolosa ” già nel suo nascere.
Siamo a Parigi. Ci troviamo nella Casa Madre delle Suore di San Vincenzo de’ Paoli e Santa Luisa de Marillac, le Figlie della Carità. Nella Casa Madre c’è il Noviziato. Tra le novizie c’è un’umile suora che si chiama Suor Caterina Labouré, oggi Santa.
A quest’umile novizia, nascosta e sconosciuta, avverranno alcuni dei fatti più straordinari che possono capitare a una creatura sulla terra: le apparizioni della Vergine Immacolata. Perché a Suor Caterina? … Perché proprio a lei? …
Perché era una Suora tanto umile, tanto semplice, tanto angelica…
Questa risposta corrisponde alle divine parole di Gesù: “Ti ringrazio, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose agli intelligenti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli” (Lc 10,21).
La conferma più splendida della lode di Gesù agli umili la troviamo nel comportamento di S. Caterina dopo i fatti straordinari: ella seppe tenere nascosto il segreto delle apparizioni della Madonna per ben 46 anni, ossia fino alla morte, rivelandolo soltanto al suo confessore.
A questi “piccoli” Dio dona le cose più grandi.
“Ecco un’altra Mamma!”
Fin da piccina, S. Caterina Labouré ebbe nel Cuore una devozione così tenera e filiale verso la Madonna che quando le morì la mamma, ella riunì i fratellini ai piedi di una statuina di Maria e disse loro “Non abbiamo più la mamma: ecco un’altra Mamma!”
Era così che un tempo i genitori cristiani educavano i figli e dalle famiglie cristiane fiorivano i Santi.
La pia fanciulla era nata a Fain-les-Moutiers, villaggio della Borgogna, il 2 maggio 1806. La famiglia era molto buona: c’erano dieci figli; si viveva tutti in una grande fattoria. Quando Caterina aveva ancora dodici anni, e la mamma era già morta, dovette assumere la direzione della casa perché la sorella maggiore entrava in convento a Parigi tra le Figlie della Carità.
Giudiziosa e sollecita, la brava fanciulla non fece rimpiangere la sorella più grande. Attenta e generosa, Caterina arrivava a tutto: sbrigava i lavori di casa, serviva il papà e i fratelli, coltivava con fervore la sua pietà eucaristica e la sua devozione alla Madonna.
Visse così, laboriosa e pura, fino alla sua giovinezza. E si capiva che qualcosa di speciale maturava in lei, per il fascino che esercitava con il suo candore e la sua umiltà. Ciò apparve evidente quando le furono fatte diverse proposte di matrimonio, e la sua risposta fu sempre una sola
“Ho già trovato il mio sposo fin dal giorno della prima Comunione, a Lui ho dato tutta me stessa”. Anch’ella voleva diventare la Sposa di Gesù tra le Figlie della Carità al servizio dei poveri e dei sofferenti.
La Sposa di Gesù.
S. Vincenzo invita in sogno S. Caterina a
seguirlo per l’assistenza degli infermi
Finalmente, superati ostacoli amarissimi, la pia giovane poté entrare nel noviziato delle Figlie della Carità, a Parigi, in Rue du Bac. Era il 21 aprile 1830.
Non trovò nessuna difficoltà a vivere una vita di sacrificio nella preghiera e nella mortificazione. Era così bene allenata! E tutto ella era pronta a soffrire pur di diventare la Sposa sempre vergine di Gesù: era il suo ideale di amore sublime e infinito.
L’intuizione luminosa che ebbe -e che hanno solo i semplici e i puri di cuore- fu quella di diventare degna Sposa di Gesù affidandosi alla Madonna e ricopiando fedelmente le virtù della Celeste Vergine.
Ecco il proposito fondamentale scritto da lei stessa con semplicità “Prenderò Maria per modello al principio delle mie azioni, e penserò come Ella avrebbe fatto il dovere che sto per compiere”
Via via, intensificherà talmente la sua filiale devozione alla Madonna, e ne scoprirà così in profondità il valore, soprattutto per la gioventù, che la Madonna stessa, in una delle apparizioni, la incaricò di organizzare un’associazione mariana per aiutare tutti a possedere la “perla preziosa” (Mt 13,46) della devozione mariana.
Per questo, senza risparmio di prove e di sofferenze, ella si impegnò e arrivò a fondare le “Figlie di Maria’ esclamando felice, con lo sguardo profetico rivolto al futuro “Come sarà bello vedere Maria onorata da tutta la gioventù!”
“La gioia più dolce”
Il fatto centrale di tutta la vita di S. Caterina, però, fu e rimane sempre quello delle cinque apparizioni della Madonna che le affidò la “Medaglia miracolosa” da diffondere nel mondo intero.
Nel luglio e nel novembre del 1830 avvennero le due principali apparizioni della Vergine Santissima nella Cappella del Noviziato. La prima delle due avvenne di notte. Avvertita dall’Angelo Custode, S. Caterina si recò trepidante nella Cappella e andò a inginocchiarsi ai piedi della Madonna che stava seduta al lato destro dell’altare. La Santa poté poggiare le sue mani sulle ginocchia della Madonna e contemplare il Suo celestiale volto. “In quel momento -scriverà poi- provai la gioia più dolce della mia vita “.
Il colloquio durò più di due ore!
La seconda volta, S. Caterina ricevette dalla Vergine la missione di far coniare la celebre “medaglia” che sarà giustamente definita “miracolosa”. La Madonna stessa le fece vedere il modello completo, così come lo vediamo riprodotto sulle medagline.
Le difficoltà e i travagli furono grandi prima di ottenere che venisse coniata questa medaglina. Un’umile Suora, ignorata da tutti, ricca soltanto della povertà evangelica, come avrebbe mai potuto far coniare una medaglia da produrre poi in quantità sempre maggiori, e da diffonderla nel mondo intero?
La potenza di Dio risplende tanto più gloriosa, quanto più impotenti sono le creature. E due anni dopo, il 30 giugno 1832, venivano coniati i primi 1500 esemplari della medaglina.
S. Caterina, così umile, così povera, potette avere fra le mani la bella medaglina. Quanti baci e lacrime d’amore! E con quale entusiasmo si applicò a diffonderla ovunque e a chiunque, certissima delle parole della Madonna “Tutte le persone che porteranno la medaglia riceveranno grandi grazie “.
Tra gli operai e gli ammalati, fra i soldati e i poveri, per oltre 40 anni, S. Caterina, la dolce Figlia della Carità, fu apostola della Medaglia miracolosa fino alla sua beata morte, che avvenne il 31 dicembre 1876.
Il suo corpo verginale riposa sotto l’altare, nella cappella delle apparizioni, ai piedi della sua Regina Immacolata. Nella ricognizione del corpo, le mani di S. Caterina che avevano toccato la Madonna e i suoi occhi che l’avevano contemplata apparvero conservati straordinariamente bene.
Vedere la Madonna…
Per non togliere nulla alla bellezza delle due principali apparizioni della Madonna, leggiamone la descrizione fatta con incantevole semplicitá da S. Caterina stessa.
“Venuta la festa di S. Vincenzo (19 luglio) la buona Madre Marta (la direttrice delle novizie) ci fece alla vigilia un’istruzione sulla devozione dovuta ai Santi e specialmente sulla devozione alla Madonna. Questo mi accese sì gran desiderio di vedere la SS. Vergine, che andai a letto col pensiero di vedere in quella stessa notte la mia buona Madre Celeste era tanto tempo che desideravo vederla. Essendoci stato distribuito un pezzettino di tela di una cotta di S. Vincenzo, ne tagli4i una metà e la inghiottii. Così mi addormentai col pensiero che S. Vincenzo mi avrebbe ottenuto la grazia di vedere la Madonna.
Alle undici e mezzo mi sento chiamare per nome:
“Suor Labouré! Suor Labouré!” Svegliatami, guardo dalla parte donde veniva la voce, che era dal lato del passaggio del letto. Tiro la cortina e vedo un fanciullino vestito di bianco, dai quattro ai cinque anni, il quale mi dice
“Venite in cappella; la Madonna vi aspetta”. Mi venne subito il pensiero mi sentiranno! Ma quel fanciullo è pronto a rispondermi “State tranquilla: sono le undici e mezzo e tutti dormono profondamente. Venite che vi aspetto”.
Vestitami in fretta, mi diressi verso quel fanciullo che era restato in piedi senza avanzarsi oltre la spalliera del letto.
Il fanciullo mi seguì, o meglio, io seguii lui dovunque passava, tenendosi sempre alla mia sinistra. Erano accesi i lumi da per tutto dove noi passavamo, il che molto mi sorprendeva. Assai più meravigliata però rimasi all’ingresso della cappella, quando l’uscio si aprì, appena il fanciullino l’ebbe toccato con la punta di un dito. La meraviglia poi fu al colmo quando vidi tutte le candele e tutte le torce accese, come alla Messa di mezzanotte. Però non vedevo ancora la Madonna.
Il fanciullo mi condusse nel presbiterio accanto alla poltrona del Signor Direttore, dove io mi posi in ginocchio, mentre il fanciullino rimase tutto il tempo in piedi. Parendomi il tempo troppo lungo, ogni tanto guardavo per timore che le suore vegliatrici passassero dalla tribuna”.
“Ecco la Madonna”
“Finalmente giunse il sospirato momento. Il fanciullino mi avvertí, dicendomi: “Ecco la Madonna, eccola!” Sentii un rumore come il fruscio di vesti di seta venire dalla parte della tribuna, presso il quadro di S. Giuseppe, e vidi la S. Vergine che venne a posarsi sui gradini dell’altare dal lato del Vangelo.
Era la SS. Vergine, ma tutta simile a Sant’Anna, solo il volto non era lo stesso.
Io ero incerta se si trattasse della Madonna. Ma il fanciullino che era lí mi disse “Ecco la Madonna!”. Dire ciò che provai in quel momento e ciò che succedeva in me, mi sarebbe impossibile. Mi sembrava di non riconoscere la Madonna. Quel fanciullino mi parlò allora non più con voce di bambino, ma d’uomo alto e robusto; e disse parole forti. Io, guardando la Santissima Vergine, spiccai allora un salto verso di Lei, ed inginocchiatami sui gradini dell’altare, appoggiai le mani sulle ginocchia di Maria…
Fu quello il momento più dolce della mia vita”.
“Io sarò con voi”
“Dire tutto ciò che provai mi sarebbe impossibile. La Madonna mi spiegò come dovevo comportarmi col mio direttore e parecchie cose che non debbo dire; m’insegnò il modo di regolarmi nelle mie pene e mostrandomi con la sinistra i piedi dell’altare, mi disse di andarmi a gettare ai piedi dell’altare ad espandervi il mio cuore, aggiungendo che colà io avrei ricevuto tutti i conforti a me necessari.
“Figlia mia -mi disse la Madonna- Dio vuole affidarvi una missione. Avrete molto da soffrire, ma soffrirete volentieri, pensando che si tratta della gloria di Dio. Avrete la grazia; dite tutto quanto in voi succede, con semplicità e confidenza. Vedrete certe cose, sarete ispirata nelle vostre orazioni; rendetene conto a chi è incaricato dell’anima vostra”.
Io chiesi allora alla SS. Vergine la spiegazione delle cose che mi erano mostrate (la Santa allude ad alcune visioni avute precedentemente). E Maria rispose: “Figlia mia, i tempi sono molto tristi; gravi sciagure stanno per colpire la Francia; il trono sarà rovesciato; tutto sarà sconvolto da disgrazie d’ogni specie. (Dicendo questo la Madonna aveva l’aspetto molto addolorato). Ma venite ai piedi di questo altare; quivi le grazie saranno sparse su tutti… sopra tutte le persone che le chiederanno con fiducia e fervore, sui piccoli e sui grandi…
“Figlia mia, io mi compiaccio di spandere le mie grazie sulla comunità (vostra). Io l’amo molto, ma ho della pena, perché vi sono (in essa) degli abusi: la regola non è osservata, la regolarità lascia a desiderare, vi è una grande rilassatezza nelle due comunità (Preti della Missione e Figlie della Carità); dillo a colui che è incaricato di voi, benché non sia ancora superiore. Egli sarà fra qualche tempo incaricato in modo speciale della (vostra) Comunità; egli deve fare tutto il possibile per rimettere la regola in vigore, diteglielo da parte mia.
“Ch’egli vegli sulle cattive letture, sulla perdita di tempo e sulle visite. Allorché la regola sarà rimessa in vigore, vi sarà una Comunità che verrà ad unirsi alla vostra.
“Ma sopraggiungeranno grandi mali; il pericolo sarà grande, ma non temete, il buon Dio e S. Vincenzo proteggeranno la comunità… (La Vergine era sempre triste). Io stessa sarò con voi, ho sempre vegliato su di voi; vi accorderò molte grazie… Verrà un momento in cui il pericolo sarà grande e tutto sembrerà perduto, ma io sarò con voi; abbiate fiducia. Avrete prove evidenti della mia visita e della protezione di Dio e di quella di S. Vincenzo sulle due Comunità.
“In altre comunità vi saranno vittime (La SS. Vergine aveva le lacrime agli occhi dicendo questo); vittime vi saranno nel clero di Parigi e lo stesso Arcivescovo morrà (di nuovo la Madonna versò lacrime). Figlia mia, la Croce sarà disprezzata; per le vie scorrerà sangue; il mondo intero sarà nell’afflizione. (Qui la Vergine Santa non poteva più parlare un gran dolore Le era dipinto sul volto)…”.
“Non ripresi piú sonno”
“Quanto tempo restassi con la Madonna, non saprei dire tutto quello che so è che, dopo di avermi lungamente parlato, se ne andò scomparendo come ombra che svanisce, dirigendosi verso la tribuna, per quella parte da cui era venuta.
Alzatami dai gradini dell’altare, rividi il fanciullino al posto dove l’avevo lasciato, il quale mi disse “È partita!”Rifacemmo lo stesso cammino, trovando sempre tutti i lumi accesi e tenendosi quel bambino sempre alla mia sinistra.
Credo che quel bambino fosse il mio angelo custode, resosi visibile per farmi vedere la Madonna; io infatti l’ avevo molto pregato di ottenermi un tal favore. Era vestito di bianco e portava con sè una luce miracolosa, ossia era sfolgorante di luce, dell’età dai quattro ai cinque anni.
Tornata a letto, sentii suonare le due e non ripresi più sonno”.
mLa seconda apparizione avvenne quattro mesi più tardi. Era il 27 novembre. Questa è l’apparizione più importante e fondamentale. In essa l’umile Santa Caterina ebbe la rivelazione della celebre Medaglia miracolosa, e la Madonna le spiegò in che cosa consisteva la missione che voleva affidarle. Una missione vasta quanto la terra. Proprio lei, l’umile e ignorata Suor Caterina, veniva eletta perché facesse conoscere a tutti gli uomini il celeste pegno di misericordia che l’Immacolata si degnava donare all’umanità. E Suor Caterina si metterà all’opera non risparmiandosi nelle prove e nelle sofferenze a cui verrà sottoposta. Era sicura dell’aiuto di Colei che è la Regina dell’universo, e prima o poi, quindi, sarebbe arrivata l’ora della diffusione di questa medaglina, piccolo tesoro di grazia. Per Suor Caterina, del resto, dovette essere ben poca cosa sacrificarsi senza risparmio per la Regina Immacolata che l’aveva inebriata delle sue celestiali apparizioni.
Ella stessa ha descritto in modo dettagliato anche questa seconda e più celebre apparizione. Leggiamola con amore.
Bellezza indescrivibile
“Il 27 novembre 1830, che capitava il sabato antecedente alla prima domenica di Avvento, alle cinque e mezzo di sera, facendo la meditazione in profondo silenzio, mi parve di sentire dal lato destro della cappella un rumore come il fruscio di una veste di seta. Avendo volto lo sguardo a quel lato, vidi la Santissima Vergine all’altezza del quadro di San Giuseppe. La sua statura era media, e la sua bellezza tale che mi è impossibile descriverla. Stava in piedi, la sua veste era di seta e di color bianco-aurora, fatta, come si dice, à la vierge (“alla vergine”), cioè accollata e con maniche lisce. Dal capo le scendeva un velo bianco sino ai piedi. Aveva i capelli spartiti e una specie di cuffia con un merletto di circa tre centrimetri di larghezza, leggermente appoggiato sui capelli. Il viso era abbastanza scoperto; i piedi poggiavano sopra un globo; o meglio, sopra un mezzo globo, o almeno io non ne vidi che una metà (più tardi la Santa confesserà di aver visto sotto i piedi della Vergine anche un serpente color verdastro chiazzato di giallo).
Le sue mani, elevate all’altezza della cintura, mantenevano in modo naturale un altro globo più piccolo che rappresentava l’universo. Ella aveva gli occhi rivolti al cielo, e il suo volto diventò risplendente, mentre presentava il globo a Nostro Signore.
Tutto ad un tratto le sue dita si ricoprirono di anelli, ornati di pietre preziose, le une più belle delle altre, le une più grosse e le altre più piccole, le quali gettavano dei raggi gli uni più belli degli altri questi raggi partivano dalle pietre preziose; le più grosse gettavano raggi più grandi, e le più piccole raggi meno grandi, sicché tutta se ne riempiva la parte inferiore, e io non vedevo piú i suoi piedi…”.
“Fate coniare una medaglia…”
“Mentre io ero intenta a contemplarla, la Santissima Vergine abbassò gli occhi verso di me e intesi una voce che mi disse queste parole “Questo globo che vedete rappresenta tutto il mondo, in particolare la Francia ed ogni singola persona…”. Io qui non so ridire ciò che provai e ciò che vidi, la bellezza e lo splendore dei raggi così sfolgoranti! … E la Vergine Santissima aggiunse “Sono il simbolo delle grazie che io spargo sulle persone che me le domandano”, facendomi così comprendere quanto è dolce pregare la Santissima Vergine e quanto Ella è generosa con le persone che La pregano; quante grazie Ella accorda alle persone che gliele cercano e quale gioia Ella prova nel concederle. In quel momento, io ero e non ero… Non so…. io godevo. Ed ecco formarsi intorno alla SS. Vergine un quadro alquanto ovale, sul quale in alto, a modo di semicerchio dalla mano destra alla sinistra di Maria si leggevano queste parole scritte a lettere d’oro “O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi”.
Allora si fece sentire una voce che mi disse: “Fate coniare una medaglia su questo modello; tutte le persone che la porteranno, riceveranno grandi grazie specialmente portandola al collo; le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia… “. All’istante mi parve che il quadro si voltasse e io vidi il rovescio della Medaglia. Vi era la lettera M (iniziale del nome Maria) sormontata da una croce senza crocifisso che aveva come base la lettera I (iniziale del nome Iesus, Gesù). Più sotto poi vi erano due cuori, uno circondato da spine (quello di Gesù), l’altro trapassato da una spada (quello di Maria). Dodici stelle infine circondavano il tutto. Poi tutto disparve, come qualcosa che si spegne, ed io sono rimasta ripiena non so di che, di buoni sentimenti, di gioia, di consolazione”.