L’Avvento si apre anche in Terra Santa, ma con un aspetto molto mesto. Il Coronavirus impedisce a molti pellegrini di recarsi nei sacri luoghi.
Il Coronavirus ha fermato numerosi pellegrinaggi in Terra Santa. Un Natale senza fedeli è quello che prospetta il custode di Terra Santa.
“Non facciamoci illusioni: questo sarà un Natale senza fedeli. Il Coronavirus non ci permette assembramenti di nessun tipo”. A confermare ciò è Padre Francesco Patton, custode di Terra Santa. In un momento difficile, quale quello che stiamo vivendo, anche i luoghi sacri di Palestina risentono dell’emergenza sanitaria e, di conseguenza, anche della mancanza di pellegrini, fedeli e turisti.
Nonostante tutto, sabato Padre Patton ha comunque voluto celebrare la Santa Messa solenne di apertura del Nuovo anno Liturgico, in occasione della Prima Domenica d’Avvento: “È sempre una entrata molto solenne, con la comunità di Betlemme che ci accoglie. Facciamo un tratto anche a piedi per arrivare fino alla Basilica e cominciare, in modo solenne, la celebrazione proprio del tempo di Avvento”.
L’accensione della prima candela della corona d’Avvento proprio nella grotta della Natività ci fa comprendere che, nonostante l’emergenza sanitaria, Gesù torna comunque a nascere nel cuore di ognuno di noi: “Sarà un banco di prova per il Natale, perché non ci sono pellegrini, ma c’è la comunità cristiana locale, la parrocchia di Betlemme è una parrocchia per noi abbastanza grande, di circa 5000 fedeli latini.
Ma, oltre ai latini, a Betlemme ci sono anche i cristiani di altre Chiese” – continua il Custode di Terra Santa.
L’ingresso, il 5 dicembre, a Gerusalemme per Monsignor Pizzaballa, come Patriarca del Santo Sepolcro, sarà anche quello un momento molto sentito: “Il 24 dicembre celebrerà nella chiesa di Santa Caterina la messa di mezzanotte […] Per noi è una situazione molto difficile e, di fatto, lo condividiamo soprattutto con la gente che vive nella zona di Betlemme […]
Nella zona di Betlemme, camminare e vedere che non c’è nessuno e vedere anche che tutte le attività economiche dei nostri fedeli sono chiuse, la situazione è estremamente dolorosa” – spiega Padre Patton.
Una situazione davvero difficile, non solo per i frati, ma anche per tutti coloro che vivono a Betlemme: “Noi continuiamo a vivere nei santuari, continuiamo a pregare, anzi abbiamo intensificato anche la preghiera, siamo una fraternità internazionale, quindi sentiamo, in questo tempo, come nostra vocazione, quella di pregare per il mondo intero, perché tutti i nostri Paesi sono stati colpiti, in alcuni l’impatto è stato più duro che in altri, ma è tutto il mondo che piange ed è in ginocchio e che ha bisogno di ritrovare serenità” – conclude.
Un Natale mesto, senza fedeli, ma, forse proprio per questo da celebrare ancora con maggior consapevolezza. Perché Gesù è sempre con noi, ed anche in questo momento così difficile, lui sceglie di tornare a nascere nel cuore di ognuno di noi.
Fonte: vaticannews.va
ROSALIA GIGLIANO
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