L’Avvocatella di Maiori apparve numerose volte a un uomo, che si fece eremita, abbandonando tutto per seguirla, iniziando un culto che prosegue fino ad oggi.
Il pastorello Gabriele Cinnamo di Ponteprimario stava pascolando le pecore sul monte Falerzio quando venne attratto da una colomba che entrava ed usciva da una parete rocciosa coperta di edera. Siamo nell’anno 1485. Incuriosito, Gabriele si mette alla ricerca della stessa colomba, e casualmente si imbatte in un luogo misterioso, in cui scopre una bellissima grotta.
Mentre la stava ispezionando, si adoperò per asciugarle e gli appare Vergine Santa. La Madonna gli disse: “Gabriele, lascia le pecore e costruisci un altare e una cappella ed io sarò la tua Avvocata per tutta la vita”. Gabriele esegue l’ordine senza pensarci troppo, e subito ostruisce un altare nella grotta dell’apparizione.
In quel luogo la Vergine continuò ad apparirgli visibilmente varie volte nel corso della vita. Tanto che arrivò a licenziarsi dal suo padrone e presto a farsi anche eremita in quella stessa grotta, dove costruì una cappella dopo avere chiesto all’abate Staibano di Santa Maria Olearia di poter usufruire della grotta di cui l’Abbazia era proprietaria.
La cappella che costruisce in onore della Madonna si trovava al di sopra della grotta. Nel 1503, con il permesso di Papa Leone X, l’eremita costruì quindi una chiesa, che di fatto è all’origine del culto dell’Avvocatella, che presto si diffusa tra gli abitanti della costiera.
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Anche diversi suoi compagni e amici lo seguirono vestendo anche loro l’abito di eremiti, e iniziando così la vita eremitica, pregando, lavorando e diffondendo il culto alla Vergine Avvocata. In seguito Gabriele fa anche eseguire un quadro su tavola che raffigurava la Vergine Avvocata con il Bambino tra le braccia, poi adorato da due santi eremiti vissuti nelle grotte.
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Si tratta di San Paolo I e di Sant’Onofrio. Per tutta la sua vita Gabriele visse con grande santità, prima di morire nel 1521 all’età di ottant’anni. Il suo corpo, secondo il suo volere, fu sepolto nella grotta. Nel 1612 fu traslato nella chiesetta e lì venerato dai fedeli che si recavano ad onorare la Madonna.
Giovanni Bernardi
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