I divorzi sono in aumento in tutto il Paese. Troppe spesso, anche le coppie cristiane, decidono di separarsi, di rinunciare ai progetti di una vita insieme e con molta facilità.
Anziché rimboccarsi le maniche e affrontare insieme divergenze e disagi, preferiscono scrollarsi di dosso ogni responsabilità e delegare altri -l’avvocato in particolare, a decidere del loro futuro.
Qualche volta, però, accade che qualcuno, disinteressatamente, faccia capire alla coppia che forse l’inghippo, che pare insormontabile, può ridimensionarsi, se di base c’è ancora quel forte sentimento che l’aveva portata all’altare.
“Come da prassi, nei miei appuntamenti, annoto i documenti da presentare nel corso dell’azione legale sul mio blocco e chiedo al cliente di portare tutta la documentazione. Ma questo caso era diverso … Ho ascoltato pazientemente la mia cliente, mentre parlava dei motivi che la portavano al divorzio e, come nella maggior parte dei casi di questo tipo, si poteva percepire quanto la coppia fosse legata e l’amore che ancora c’era tra le parti”.
Sono queste le parole di un avvocato, che ha cercato di fare la cosa giusta, al di la del suo incarico professionale.
Ha pensato di guardare oltre l’iter burocratico, per capire quanto realmente i suoi clienti, una giovane coppia, fosse decisa a separarsi.
“Si trattava di un momento di conflitto unico e quella decisione, a mio avviso, era precipitosa, ma chi sono io per interferire nella vita altrui? Chi sono per mettere bocca nel rapporto della coppia? Chi sono per giudicare la decisione di entrambi? Sono l’avvocato! E ho imparato, quando ero ancora all’università, che devo risolvere i conflitti, orientare le parti prima che si decida di agire in campo giuridico. Ed è questo che ho fatto”.
Per arrivare a comprendere quanto il suo intuito fosse esatto, l’avvocato ha pensato bene di sottoporre la coppia ad un questionario. Ha chiesto, a moglie e marito, di trovare le risposte nel silenzio della loro anima, promettendo che, se dopo quell’ultima riflessione avessero voluto ancora separarsi, lui, l’avvocato, li avrebbe sostenuti. Ecco le domande del legale:
“Cos’hai fatto per cercare di salvare il tuo matrimonio? Il divorzio è la migliore opzione oggi? Cosa ti influenza di più oggi? Amici? Parenti? Amanti? Quante cose avete superato insieme e come vi siete conosciuti? … Ho chiuso dicendo che, quando l’erba del vicino è più verde, non abbiamo bisogno di andare a provarla. Basta dare acqua alla nostra erba …”.
Quell’avvocato ha mostrato una grande sensibilità e, sicuramente, un’estrema professionalità, nel cercare la verità.
Dopo aver risposto al questionario, la coppia è tornata da lui. Ecco com’è finita la storia, dalle parole dello stesso avvocato:
“Per quanto possa sembrare incredibile, la coppia oggi è tornata, mi ha restituito le mie note, ha detto che non ha più bisogno dei miei servizi e mi ha ringraziato per i consigli che ho dato. In poche parole: ho perso la cliente, ma ho guadagnato una coppia di amici”.
Antonella Sanicanti
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