Oltre a caos e distruzione l’alluvione che ha colpito il bellunese porta in dote una bella storia: la nascita di Azzurra, la bimba nata durante la tempesta.
Le feroci piogge abbattutesi sul bellunese nelle passate settimane hanno portato dolore, sofferenza e disagi a tutti gli abitanti della zona. Ma in quello scenario apocalittico c’è stato spazio anche per la speranza, rappresentata dalla nascita di Azzurra. La piccola (nata da poco più di una settimana) è nata all’ospedale di Belluno, mentre la furia della tempesta colpiva nuovamente la zona ed il Pò esondava ricoprendo di acqua i dintorni e bloccando i residenti nelle proprie case. Nelle ore precedenti La madre tremava dal terrore, il padre era rimasto bloccato a casa, il frastuono della pioggia era incessante e la luce andava e veniva senza soluzione di continuità. Medici ed infermiere, però, non hanno perso di vista l’obbiettivo ed hanno portato a termine il parto consegnando alla donna la piccola Azzurra.
La bimba nasce durante la tempesta il racconto della madre
Ad una settimana di distanza da quel giorno di paura, Aurora è sorridente e felice in braccio alla mamma Federica che adesso è in grado di raccontare l’accaduto con spensieratezza. La donna spiega di essere giunta quella mattina all’ospedale da Agordo (paese di residenza) con le contrazioni appena iniziate, il marito l’ha accompagnata ma poi se n’è andato a lavoro quando i medici gli hanno detto che il parto poteva avvenire diverse ore dopo. Mentre Federica era in sala parto si è scatenato il finimondo, ma alla fine tutto è andato per il meglio: “Sono entrata in travaglio da sola. Azzurra è nata quella notte. Fuori sentivo il finimondo e la corrente saltava di continuo. Avevo la percezione che stesse accadendo qualcosa di brutto ma le ostetriche e le infermiere mi hanno fatto sentire a casa, standomi vicine in modo professionale e amorevole”.Per papà Mirko la gioia è arrivata solamente 32 ore dopo il parto, l’uomo infatti è rimasto bloccato a casa a causa dei danni generati dalla tempesta e solo quando hanno liberato la strada ha potuto raggiungere le due donne che ama: “Ho pianto da solo nel letto poi siamo andati ad avvisare i nonni. Per scendere a Belluno abbiamo dovuto aspettare le 18.30 del giorno dopo. Un’attesa infinita”.
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Luca Scapatello
Fonte: corrieredelveneto.corriere.it