Azzurra Lorenzini è nata al Cielo dopo una lunga sofferenza che l’aveva costretta a letto ma senza mai toglierle il sorriso e l’amore verso tutti.
Azzurra col suo volto gioioso e luminoso nonostante gli atroci dolori che il melanoma diffuso nel suo corpo le provocava, ribalta ogni logica umana e ci interroga.
Si, perché si rimane spiazzati di fronte a una giovane donna, bella, intelligente, talentuosa che ringrazia Dio per averlo incontrato attraverso la malattia e per averle così permesso di scoprire il vero senso della vita.
Azzurra, una storia che ci interroga nel profondo
La prima domanda che suscita è: com’è possibile essere grati a Dio per una prova così dolorosa? Eppure la risposta è già davanti a noi. La forza, l’amore e la gioia che trasmetteva a tutti, nonostante il suo corpo trafitto dal melanoma, non potevano essere roba sua.
E non c’era finzione né alcun interesse da parte di Azzurra di affermare ciò, ma il desiderio autentico di condividere con tutti l’esperienza di un Amore che l’aveva raggiunta all’improvviso, e in modo del tutto inaspettato, tirandole fuori con un pianto liberatorio, i pesi nel cuore che neanche lei sapeva di portare. E da quel momento non é stata più la stessa. Era iniziata “tutta un’altra vita”: la sua conversione verso Dio.
Azzurra nella sofferenza faceva spazio alla grazia che la rendeva splendente, ogni giorno di più. Era diventata una luce per moltissimi che scoprivano in lei un esempio di speranza, di coraggio, di fede, e ne rimanevano attratti. Le sue dirette video su Facebook erano un appuntamento atteso, e chi non riusciva a seguirle in tempo reale, le riascoltava appena possibile.
Le sue dirette erano un concentrato di amore e di forza
Anch’io e molte mie amiche, ci collegavamo e insieme condividevamo l’ammirazione e lo stupore verso Azzurra. Bastava guardare il suo volto per pochi secondi per vedere la felicità e rimanerne conquistati. E poi ci dicevamo, che se lei dolorante, costretta a letto non si lamentava, non potevamo permetterci di farlo noi per delle cose che al confronto erano un nulla. Era un esempio da imitare.
Lo ha espresso bene il sacerdote, don Rosario, che durante il funerale di Azzurra, aveva inserito il brano delle Beatitudini come lettura del Vangelo. Una scelta voluta per la parola che ricorre più volte: “Beato” che significa felice. “Perché Azzurra porta con sé tanta felicità che ci dimostrava fino all’ultimo momento e ci spronava ad essere felici, a gioire per le piccole cose, a non perdere tempo a litigare. La felicità che ci donava non proveniva da Azzurra ma dal Paradiso che parlava per mezzo di Azzurra”.
Il suo funerale, un’esperienza del Cielo
Azzurra era il mio pensiero costante da quando avevo saputo della sua morte. Oltre al dolore per la sua dipartita, sentivo il dispiacere per non esserla andata a trovare due settimane prima, la vigilia del suo ricovero, quando era ancora a casa sua. Ci tenevo molto a salutarla per l’ultima volta. Poi durante il funerale accadeva qualcosa che non avevo previsto, sembrava che una carezza dolce e decisa al contempo, come era lei, portasse via la tristezza che provavo.
Durante la celebrazione, il vuoto della sua assenza, si trasformava, e veniva colmato da un profondo senso di pace e di misteriosa letizia che mi spiazzava. Non era logico ma qualcosa di straordinario che sembrava fare a pugni con la circostanza, ma era reale dentro di me.
In quella basilica percepivo la presenza viva di Azzurra in mezzo a noi, e la prova era la gioia che mi spiazzava, perché irragionevole ma effettiva. Era un dono bellissimo proprio nello stile di un cuore generoso come quello di Azzurra. Una donna capace di fare centro nella vita, aveva capito tutto quello che conta: amare! E le parole della emozionante canzone scritta appositamente per lei da Gianni Errera su ispirazione di padre Pio, e interpretata da Azzurra con voce vibrante, ce lo ricorderanno per sempre.
Simona Amabene
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