L’Europa ha radici cristiane, spesso però difficilmente riconosciute nella realtà europea. Dove però sono molto vive, come nei Balcani.
Ci sono realtà, ad esempio, dove anche se l’islam vi è entrato con forza attraverso la penetrazione dell’impero ottomano, la devozione alla Vergine è rimasta viva e ben presente.
È il caso dei Balcani, e di Paesi come Serbia, Montenegro, Macedonia e Albania. In questi luoghi è poi successo qualcosa di molto particolare, non di certo comune. Qui la devozione a Maria coinvolge infatti anche i musulmani.
Maria nei Balcani, terra di passaggio tra Chiesa d’Oriente e Islam
Si tratta di una terra di passaggio, le cui popolazioni hanno storie che si accomunano tra loro ma sono allo stesso diverse. Dove la Chiesa d’Oriente si affianca all’Islam, e dove tuttavia l’amore, la riconoscenza, la fede e il culto alla Madonna ha accomunato tutta la popolazione. Affratellando nazioni e popoli sotto un unico manto, quello di Maria.
Ogni nazione infatti ha una storia a sé, ben diversa dalle altre. Ma che insieme ritraggono la presenza e la storia di una fede cristiana che tiene le sue radici ben salde nel Vecchio continente. Dando origine a una fede popolare accesa che prosegue da secoli e che tutt’oggi è ancora saldamente presente.
Le origini della devozione mariana nell’est europeo e nel medio-Oriente
Una storia che potremmo fare risalire fino alla Grecia cristiana, la cui fusione tra cristianesimo e cultura pagana, divisa a sua volta in romanità ed ellenismo, avrà una definizione conclusiva nel Concilio di Nicea convocato da Costantino nel 325, facendo nascere il cristianesimo socialmente e politicamente riconosciuto, vale a dire quello di matrice costantiniana.
Il successivo Concilio di Efeso del 431 venne addirittura celebrato nella chiesa mariana di Efeso al motto di “Maria Theotokos”, e fu così che da allora gran parte delle feste e delle iconografie mariane provennero dall’Oriente, e dalla Chiesa bizantina.
La trasformazione di molti templi pagani in chiese
Da quel momento in poi numerosi templi pagani eretti nell’antica Grecia divennero chiese cristiane da dedicare alla Vergine. Luoghi come il Partenone, dove invece che Aghia Sophia, la sapienza, cominciò ad essere invocata Maria la Tuttasanta di Atene, Panaghia Ateniotissa.
L’Impero Romano d’Oriente proseguì per mille anni e l’importanza della Grecia passò in mano a Bisanzio. Costantinopoli subì costanti attacchi ma fu a lungo sempre protetta dalla Vergine. Molte delle chiese presenti in città erano dedicate alla Vergine, e alcune rivesticano un’importanza straordinaria.
Il saccheggio di Costantinopoli. Le chiese diventano moschee
Come ad esempio la Blakernes, la Kalkopratia, l’Odigitria e la Fonte di vita. Dopodiché ci furono gli anni dell’iconoclastia, a cavallo tra ottavo e nono secolo. Gran parte delle immagine di Maria vennero distrutte per sempre, generando una perdita grandissima. Poche immagini si salvarono in circostanze miracolose.
Nel 1453 ci fu però l’assedio e il saccheggio di Costantinopoli da parte delle truppe di Maometto II. Fu una strage di abitanti e le chiese della città furono quasi tutte trasformate in moschee, oppure distrutte. Tuttavia, la loro forma rimase quella legata a una terra cristiano ortodossa.
La viva devozione mariana delle donne (anche musulmane) nei balcani
Oggi nazioni come la Serbia o l’Albania presentano una religiosità fortemente mariana. Molte leggende popolari sono state tratte dai Vangeli apocrifi, tuttavia la fede e l’amore alla Vergine del popolo dei Balcani si esprime in gesti meravigliosi compiute spesso, in particolare, dalle donne e dalle madri.
Comprese le donne musulmane, che frequentano attivamente e in maniera molto serena e felice molti santuari mariani.
Giovanni Bernardi
fonte: acistampa