Spesso in comunicazione e in pubblicità si dice: basta che se ne parli! Quindi, secondo questo principio, sarebbe d’obbligo tacere su un tema così politically correct. Ma la Luce di Maria non ci sta! No! Ne parleremo comunque e per rifiutare con forza e determinazione queste corruzioni che erodono soprattutto i nostri figli, la loro innocenza, la loro spontaneità, la loro crescita sana.
La notizia
La notizia sarebbe che la Disney sta per produrre un film animato dove la principessa è omosessuale e tutto si svolge come se fosse naturale essere gay. Lo ha dichiarato in una intervista il regista Ron Clements e lo scalpore è scoppiato. Sembra anche che questo sia stato voluto dalle lobby Lgbt con molta insistenza. Ma perché “trapelerebbe” una notizia simile, senza la certezza che il film esca sugli schermi? Semplicemente perché così la Disney riesce a sondare – sondaggio gratuito – l’opinione pubblica sulla questione. E non solo per sapere cosa ne pensa la gente in generale, ma in particolare per conoscere come reagiscono le persone, a secondo di come viene loro presentato il tema. È facile quindi pensare che gli interessi dietro a questo business siano enormi, così tanto grandi da portare, quasi sicuramente, la storica casa americana di cartoni per bambini a produrre questo film animato sugli schermi del mondo intero e a presentarlo con le ragioni già “testate”, cosicché i consensi saranno maggiori, per ignoranza del popolo.
Contro una propaganda gay
Propaganda significa un’attività di disseminazione di idee e informazioni con lo scopo di indurre a specifici atteggiamenti, comportamenti e azioni. Ciò che rende la propaganda differente da altre forme di controllo è la volontà del propagandista di cambiare l’orientamento delle persone, attraverso l’inganno e la confusione, piuttosto che tramite la persuasione e la comprensione. In senso ancor più stretto la propaganda si riferisce solo alle informazioni false. Questo lo stanno facendo con i nostri figli sul tema del cosiddetto “gender”. La Disney peraltro non è nuova a simili comportamenti di persuasione nascosta e già negli ultimi film animati si sono visti alcune scenette di gay che si baciano e cose del genere.
Il coraggio di dire basta!
I nostri figli non si devono toccare neanche con le favole! E la nostra capacità di essere genitori deve essere al primo posto. Io genitore educo mio figlio. Anzi, di più dico. Io genitore cattolico educo mio figlio liberamente e secondo i sani principi del Vangelo e della dottrina della Chiesa. Dobbiamo avere il coraggio di gridare sui tetti, dappertutto che questi insegnamenti insani sono contro natura e contro Dio e fanno del male ai nostri figli.
Educare i nostri figli
Un tempo e per secoli, le favole servivano ad educare i bambini, ad aiutarli a crescere, comprendendo le realtà della vita, imparando a soffrire in una situazione protetta o a gioire ed esaltarsi condividendo con la famiglia o con la classe tutte le emozioni. Diciamo che le favole erano un’educazione emotiva “simulata”, che dava buoni frutti. Anche queste si sono perse e con internet senza controllo – genitori che per il quieto vivere mettono in mano a bambini piccolissimi il cellulare o il tablet – e con i giochi non controllati delle PlayStation si è smarrito il senso di un divertimento che sia un intrattenimento educativo, sia per il corpo che per l’intimo e la morale.
Sandra Fei