Matteo 18, 2-5
Vi propongo questo passo del Vangelo che svelerò per esteso solo alla fine dell’articolo.
E’ uno dei più commoventi, ma molto arduo da mettere in pratica. Valutate un po’ voi quanto sia difficile per noi adulti e vaccinarti -come ci definiscono- coglierne l’essenza e renderla quotidiana.
Davanti a Dio contano poco i titoli conseguiti, le esperienze fatte, i rapporti umani, se non li abbiamo intrisi di calore cristiano. Quello è il nostro carburante, la forza che ci spinge in avanti nella vita e in alto verso Dio.
Uno dei modi -a mio parere- più proficui per farne il pieno è l’Adorazione al Santissimo Sacramento. In ginocchio contempliamo il Cristo, vivo davanti a noi, in meditazione lasciamo che ci trasmetta la sua essenza, in ringraziamento amiamo il Santissimo, lasciandoci abbracciare come figli, consolare, quietarci, proteggere, incoraggiare. E’ il silenzio che ricarica, perché prevede l’ascolto, l’essere toccati e pervasi, ripuliti dalla forza creatrice che ci ha reso cristiani.
In America Latina è la comunità dei Missionari di Nostra Signora del Santissimo Sacramento, il cui fondatore è Padre Patricio Hileman, che porta avanti una particolare iniziativa, suggerita anni fa da Giovanni Paolo II: istituire uno spazio (il Santo Papa auspicava uno per ogni parrocchia) per l’Adorazione Perpetua, dove l’esposizione nel Santissimo Sacramento permette visite senza interruzione, giorno e notte.
In America Latina ne esistono già 950 e sono molte le persone che attestano che questa modalità di preghiere -definirla così forse è addirittura riduttivo- sia molto efficace.
Straordinaria è la testimonianza di un bambino di otto anni, Diego, che ha preso alla lettera l’invito di padre Hileman. Il bambino (di Merida, capitale dello Yucatan, Messico) ha deciso di cominciare la sua Adorazione a Gesù Sacramentato, chiedendo che cambiasse la condizione della sua famiglia, che la liberasse da anni di maltrattamento da parte del padre alcoolista e che non fossero più cosi indigenti.
Inizialmente è stata la madre ad accompagnarlo, poi il padre. Dopo un mese quest’ultimo, come lui stesso ha raccontato, ha cominciato a sentire l’amore di Gesù, a riposare sul Suo Cuore guaritore e ha smesso di bere, ripreso a rispettare la moglie e a mandare avanti la famiglia.
Ecco cosa dice il passo citato in testa all’articolo:
“Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: “In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.
E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me.”.
Che stiamo aspettando ancora?
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