Dopo cento lunghissime ore che hanno tenuto tutti incollati allo schermo con la speranza di un lieto fine, purtroppo è giunta la notizia che il piccolo Ryan non ce l’ha fatta. Un dramma che ricorda in maniera incredibile quello del piccolo Alfredino Rampi.
In poche ore sembra infatti di essere tornati indietro alle notti del giugno del 1981, a Roma, dove il tentativo disperato di salvare il piccolo Alfredino tenne incollato allo schermo un’intero popolo, che ancora oggi ricorda bene quei drammatici momenti.
Ora la storia si è ripetuta per un altro bambino, il piccolo Ryan di 5 anni, che era sparito dalla propria famiglia da un momento all’altro. Soltanto pochi minuti prima stava giocando nei campi adiacenti alla sua casa, nel nord del Marocco, a Tamrout.
Per poi scoprire che il piccolo era finito in un pozzo ormai prosciugato, che il padre, un contadino, aveva tentato di coprire con della legna e della plastica. Purtroppo, però, invano. Il bambino ha fatto un volo di addirittura 32 metri, dentro delle pareti strette solamente venti centimetri, che hanno attutito la caduta.
Nel giro di pochi minuti l’intero villaggio si è mobilitato per la sorte del bambino, ancora incerta. Le operazioni per il salvataggio del piccolo sono state molto difficili, tra volontari che si sono provati a calare all’interno e la voce del bambino che dal fondo continuava a chiedere aiuto alla mamma.
Tutto il Marocco si era stretto intorno al piccolo Ryan, insieme alle telecamere che sono arrivate nel luogo, con la speranza del suo salvataggio. I primi tentativi, anche di speleologi professionisti, sono falliti, e i soccorritori hanno provato a scavare un tunnel a fianco del pozzo, per raggiungere il bimbo.
Un uomo, Imad Fahmi, era riuscito a scendere fino a 25 metri, che non sono stati tuttavia sufficienti. Era arrivato così vicino da sentire il pianto del bimbo. Alcune telecamere sono riuscite a cogliere il piccolo accovacciato nel fango.
Uniamoci in preghiera per la sorte di questo piccolo innocente e per la sua famiglia ora sprofondata nel peggiore dei dolori, quello della tragica morte di un figlio di soli 5 anni.
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