Una storia da fare accapponare la pelle. Una ragazzina di 15 anni di Bassano del Grappa voleva uccidere i suoi genitori, forse dopo un plagio subito in rete.
In un gruppo creato sulla piattaforma Snapchat, la giovane raccontava a tutti senza troppe remore quali erano le sue orribili intenzioni. Un suo amico, preoccupato per la violenza di quei messaggi, ha preso il coraggio a due mani e si è precipitato alla stazione dei carabinieri. Una volta arrivato in caserma, ha mostrato i messaggi alla polizia, a cui si è gelato il sangue.
La vicenda che fa gelare il sangue
Era infatti soltanto lo scorso luglio, e alla procura per i minorenni di Venezia sono scattate le indagini. La giovane quindicenne, infatti, vive nelle colline dell’Alto Vicentino, vicino a Bassano del Grappa. La cosa più sorprendente è che si trattata di una brava ragazza, una studentessa senza eccessi, figlia unica di una coppia di bravi genitori.
La polizia è intervenuta subito, temendo potesse accadere il peggio da un momento all’altro. La ragazza, sentita dagli inquirenti ha provato a spiegare che non lo avrebbe mai fatto veramente. Ma il tono dei messaggi era tutt’altro che scherzoso, spiegano gli inquirenti e chi ha visionato il testo. Non c’era millanteria o ironia, ma una volontà manifesta di commettere l’omicidio.
La polizia ipotizza un plagio subito in rete
Subito sono stati informati sia i genitori, che si sono subito messi a disposizione della polizia, che gli psicologi, insieme ai servizi sociali. “Per noi è tutto così incredibile, non c’erano segnali in questo senso”, hanno affermato. Il rapporto tra genitori e figlia, secondo i primi, a parte qualche litigio era buono. Ma la situazione mostra come purtroppo, dietro l’incomunicabilità in famiglia e con i ragazzi più piccoli, purtroppo si celi spesso il rischio di realtà sconosciute e parallele.
In questo caso, la polizia ipotizza una “mano nera“. Vale a dire quella di qualche setta, palesatasi alla figlia in qualche sito sconosciuto capace di adescare e plagiare adolescenti, portandoli verso i loro piani criminali. E demoniaci. Al punto da convincere una giovane di buona famiglia a volere uccidere i suoi genitori.
Tra le ipotesi, una “sfida” demoniaca o una setta satanica
D’altronde basta guardare alle recenti cronache legate al pupazzo Jonathan Galindo, un avatar creato in rete dove, dietro una maschera del cartoon Pippo, si celano criminali che cercano di convincere giovani a intraprendere “sfide” demoniache. Come quella che ha portato un ragazzino di 11 anni della Napoli bene a gettarsi dal balcone della finestra, uccidendosi.
In questo caso, la ragazzino non è una bimba ma adolescente, e non si sarebbe trattato di suicidio ma di omicidio. Il che riporta alla mente crimini efferati avvenuti poco distante dal paese della giovane, come quelle di Pietro Maso, trent’anni fa, che massacrò i genitori dopo averlo deciso al bar di fronte agli amici. Oppure il caso, altrettanto tremendo, di Erika e Omar, avvenuto nel 2001.
Del delitto scampato manca ancora il movente
Di questa ultima terribile vicenda manca il movente. Oltre a quello della sette sataniche, che la polizia non esclude, degli adescamenti in rete, per i quali gli inquirenti stanno indagando a fondo, e in sostanza del plagio mentale di una ragazzina al di sopra di ogni sospetto, ce n’è un altro.
E lo si deve trovare in una società in cui le relazioni umane, l’amicizia disinteressata, la volontà di incontrarsi, di relazionarsi, di conoscersi, di vivere in maniera fraterna, è stata totalmente cancellata.
In una società senza Dio si nascondono i demoni peggiori
E a ha lasciato posto alla competizione, alla voglia di arrivare e di essere al primo posto a tutti i costi, alla violenza reciproca, all’insulto facile dentro e fuori dai social, al desiderio egoistico di mettersi sempre al centro dell’attenzione.
Di rincorrere sempre e solo il proprio piacere. Una società, insomma, senza Dio, dove nel buio dell’anima si celano i più spaventosi demoni. Mostri capaci di convincere l’essere umano a commettere le più inconfessabili atrocità.
I genitori devono entrare in comunicazione con i propri figli
Vicende come quella di Bassano, per fortuna sventate al momento giusto grazie alla saggia decisione di un ragazzino, che nella sua giovane età può essere già considerato eroe, ci mostrano la degenerazione etica e morale di una società senza padri e senza riferimenti. In cui non si conosce più il bene e il male perché non viene insegnato. O viene lasciato in secondo piano.
Per sventare quindi il lato oscuro della rete, bisogna portarlo alla luce con il dialogo. Aprendosi ai propri figli e cercando di entrare in contatto con loro, in comunicazione. Facendo luce sulle loro ferite, quelle nascoste, che non saltano in primo piano.
Solo così il Signore trasformerà le nostre vite, mettendo in relazione gli uomini tra di loro, anche genitori e figli.
Giovanni Bernardi