Bassetti: “Tornare nella grande famiglia” nel rispetto delle “salute” propria e degli altri.
Il messaggio del presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, diffuso su Facebook in occasione della riapertura delle celebrazioni religiose dopo la pandemia del coronavirus, sottolinea l’importanza di questo momento.
L’appello di Bassetti è di tornare “a manifestare il nostro essere comunità“. Ben consapevoli e attenti, però, del fatto che l’emergenza sanitaria non è affatto terminata. Per questo sarà importante dare massima attenzione a tutte le precauzioni necessarie per evitare il contagio.
Mascherina, rispetto delle distanze, evitare gli assembramenti. E per il segno della pace, rispettare le giuste distanze. Che significa, come ha spiegato Bassetti, che sarà sufficiente un sorriso.
“Per la salute della nostra anima, e l’Eucaristia è innanzitutto salvezza dell’anima, ema anche per quella del nostro corpo dovremo usare tutti quegli accorgimenti che diventano una forma di amore e di rispetto per gli altri”, spiega il cardinale.
“Le mascherine, i contatti ridotti possono essere letti simbolicamente, come un invito a riscoprire la forza dello sguardo“. Bassetti ha poi fatto notare che per evitare la virtualizzazione delle Chiesa, con il rischio di trasformare il cristianesimo in un’esperienza gnostica e scollegata dalla fisicità delle persone, il Papa ha continuato a chiedere lo scambio della pace nonostante l’impossibilità di farlo.
“Se avete notato, durante la messa delle sette, il Santo Padre non ha mai mancato di dire: ‘Scambiatevi un segno della pace‘. Qualcuno gli ha detto che non ci si può scambiare il segno della pace, ma il Papa ha risposto che non ci si può scambiare la pace avvicinandosi e dandosi la mano.
Ma lo si può fare anche a distanza con un sorriso, uno sguardo dolce e benevolo, che diventano un modo di comunicare pace, gioia e amore. E così, pur restando a debita distanza, cercheremo di scambiarci la pace”.
Al netto di tutto questo, però, il ritorno alla celebrazione eucaristica sarà un segno fondamentale, che testimonierà una giornata importante in mezzo alle difficoltà del coronavirus. Un “evento grande e importante”, lo ha descritto lo stesso Bassetti.
“La prima Domenica che ci ritroveremo insieme, cantiamo – io lo farò e lo propongo a tutti – il Te Deum che diventa il nostro inno, la nostra lode perfetta alla Santissima Trinità perché tutto ci viene dal cuore di Dio. Grazie, buona festa”.
Per questo è fondamentale cogliere il momento in tutta la sua importanza. “Un evento di grazia”, lo ha definito il cardinale. “Un luogo sacro, delle nostre chiese che sono sempre rimaste aperte. Si tratta piuttosto di ritornare a manifestare il nostro essere comunità, il nostro essere famiglia.
Del resto, è l’Eucaristia che fa di noi una comunità, una famiglia, perché, come dice san Paolo, noi che ci nutriamo di un unico pane siamo chiamati a formare un solo corpo”.
La domanda che ci si pone, a questo punto, è su cosa riportare nel nostro intimo di questo periodo di quarantena. Certamente non “privo di significato“, ha spiegato il porporato. “La nostra sofferenza, il dover restare chiusi a casa, e qui penso in particolare alle famiglie numerose, con tanti bambini.
Ma, come ho potuto sperimentare, in tante nostre famiglie non sono mancati la preghiera, l’ascolto attento della Parola di Dio e quel servizio, soprattutto alle persone più anziane, che diventa autentica carità.
Dobbiamo chiedere al Signore la grazia di poter tornare ad essere la grande famiglia di Dio, anche se abbiamo sperimentato il nostro essere Chiesa nella piccola famiglia domestica, dove abbiamo vissuto tanti valori stando gli uni accanto agli altri. Adesso però è il momento di tornare nella grande famiglia“.
Giovanni Bernardi
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